martedì 9 settembre 2014

Israele: giugno 2014


Lo scorso 12 giugno, nei pressi dell’insediamento israeliano di Gush Etzion, in Cisgiordania, tre ragazzi di età compresa tra i 16 e i 19 anni, uno dei quali cittadino statunitense, sono stati rapiti da individui al momento non ancora identificati. Nelle ore successive al rapimento, le forze di sicurezza israeliane hanno setacciato l’area compresa tra Hebron e Betlemme, senza tuttavia trovare alcuna traccia dei giovani rapiti. Nel corso delle inerenti operazioni di polizia compiute dalle autorità israeliane sono stati arrestati circa 80 palestinesi, tra i quali figurano una dozzina di esponenti di Hamas. 
L’avvenimento si colloca a sole due settimane dall’insediamento del governo di unità nazionale Hamas-Fatah e dalla conseguente rottura nelle trattative di pace israelo-palestinesi, annunciata dal Primo Ministro israeliano Netanyahu. Lo stesso Netanyahu ha accusato pubblicamente Hamas di essere dietro il rapimento dei tre giovani! e ha dichiarato di ritenere Abu Mazen, Presidente dell’ANP e sostenitore della riconciliazione con il movimento islamista, il responsabile “politico” della sorte degli studenti. Hamas, d’altro canto, ha negato qualsiasi coinvolgimento, intravedendo nelle parole di Netanyahu la volontà israeliana di fomentare un clima di delegittimazione dell’intesa Hamas-Fatah.
In assenza di elementi sufficienti a delineare una dinamica chiara dei fatti, una delle ipotesi più concrete è che l’azione criminale possa essere stata opera di frange radicali presenti all’interno dell’universo palestinese, in segno di aperto contrasto rispetto alla strategia unitaria di Hamas e Fatah, e interessate a determinare una crisi dei rapporti interna al nuovo esecutivo del Primo Ministro Rami Hamdallah.
Lo scontro Ramallah-Tel Aviv entra, dunque, in una fase calda, ancor di più dopo la prevedibile presa di posizione del Segretario di Stato USA John Kerry, che ha sostenuto la li! nea di Netanyahu parlando di “forti indizi” a carico di Hamas. Sebbene lo scenario attuale resti ancora tutto da decifrare, la strategia accusatoria del governo di Tel Aviv sembra dettata, al momento, dal tentativo di indebolire il governo palestinese.
Fonte CESI. New letter 149
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