lunedì 29 settembre 2014

Iraq. Stato Islamico

Fonte Cesi . News letters 151
Dopo aver preso Mosul e Tikrit, prosegue, in questi giorni, l’avanzata dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS) nelle province di Salahaddin e Diyala. ISIS si è assicurata il controllo della città di Mansouriyat al-Jabal, dove è in funzione uno stabilimento di estrazione petrolifera, ed è attualmente impegnata nella conquista del sito di Baiji, sede della principale raffineria del Paese.
Inoltre, i miliziani dell’organizzazione avrebbero occupato alcuni valichi di frontiera con la Giordania, nei pressi di Tarbil, e con la Siria, ad Al-Walid, sebbene sia tuttora in corso la controffensiva dell’Esercito iracheno per riconquistare le aree occupate. Resta saldamente in mano ad ISIS, invece, il posto di frontiera occidentale di Al-Qaim, nei pressi del quale, sul versante siriano, è forte la presenza dei miliziani di Al-Nusrah. Proprio ad Al-Qaim, martedì scorso, si è registrato un raid da parte di alcuni caccia dell’a! viazione siriana, operazione svoltasi in accordo col governo di Maliki.
Il Premier, in un recente discorso televisivo alla Nazione, ha escluso la possibilità di formare un governo di unità nazionale, soluzione che era stata avanzata da più parti, definendo tale prospettiva un tradimento della volontà elettorale del popolo iracheno. Questa posizione appare, tuttavia, in forte contrasto con le crescenti richieste di una parte dell’universo sciita iracheno, il quale invoca un atto di responsabilità da parte di Maliki, alla ricerca di soluzioni politiche diverse, che possano raccogliere consensi anche nella minoranza sunnita del Paese.
Lo scenario politico, mai come in questo occasione, sembra dover andare di pari passo rispetto alle necessarie misure in ambito militare. La situazione di grave debolezza dell’Esercito iracheno e la prepotente avanzata di ISIS sono elementi che rendono difficile immaginare come la sola, eventuale svolta politica, con la creazione ! di un governo di coalizione e l’esclusione di Maliki, possa contribuire a rovesciare l’inerzia sul campo di battaglia. In questo senso, finora di fondamentale importanza è stato il sostegno dato dalle milizie sciite ai soldati iracheni, con l'impegno sul campo anche dei Pasdaran di Teheran, quali consiglieri politici.

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