Nagorno Karabakh: la scintilla che
infiamma il Caucaso meridionale
Il
27 settembre sono ripresi gli scontri armati tra Armenia e Arzebagian lungo la
linea di contatto tra il Nagorno-Karabakh e l'Azerbaigian. L’enclave del
Nagorno-Karabakh (Il termine nagorno significa montuoso in lingua russa; kara
vuol dire nero in turco, mentre bağ significa sia giardino in persiano che vite
in turco), e’ situata all’interno del territorio dell’Azerbaigian con un
estensione di 11.500 chilometri quadrati
ed una popolazione di circa 140.000 abitanti tra armeni cristiani e turchi
azeri. La storia del Nagorno-Karabakh e’ recente, a seguito della
fine della guerra russo-persiana del 1804-1813 e del trattato di pace stipulato tra
l'impero russo e l'impero persiano firmato il 24 ottobre 1813 nel
villaggio di Golestan, nel Karabakh la Persia cedette la provincia di
Arran ai Russi, ponendo le basi della formazione dell’attuale Repubblica
dell’Azerbaigian. Dopo la rivoluzione russa
del 1917,
il Karabakh fu inglobato nella Federazione Transcaucasica,
che ben presto si divise tra Armenia, Azerbaigian
e Georgia. Il territorio del
Nagorno Karabakh venne rivendicato sia dagli armeni (che all'epoca costituivano
il 98% della popolazione) sia dagli azeri e per volere di Stalin,
dopo la conquista bolscevica del 1920, il territorio venne assegnato
all'Azerbaigian, il governo sovietico la
istituì come oblast autonomo a maggioranza armena e il Nagorno-Karabakh divenne
così un'enclave di minoranza all'interno dell'Azerbaigian. Nel febbraio del
1988, il Parlamento del Karabakh decise di chiedere l’annessione
all’Armenia; con il crollo dell’Unione Sovietica le violenze aumentarono, il 2
settembre 1991, la regione si autoproclamò indipendente e, il 10 dicembre
1991, ci fu un referendum a cui seguì un conflitto che arrivò ad un momentaneo
accordo di cessate il fuoco il 12 maggio 1994 ed agli armeni rimase il
controllo del Karabakh. L'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh ha
dichiarato la sua indipendenza all'inizio del 1992 e da allora ha tenuto
diverse elezioni indipendenti, nonché un referendum del 2006 che ha approvato
una nuova costituzione. L'Azerbaigian ha dichiarato queste azioni illegali
secondo il diritto
internazionale e ad oggi l'indipendenza
dell'autoproclamata nazione enclave non è stata riconosciuta a livello
internazionale.
Quella
odierna è senza dubbio una fase molto pericolosa del conflitto che in una
settimana ha avuto una preoccupante escalation con bombardamenti e lancio di
missili e un numero crescente del numero dei morti e feriti. Da sottolineare
inoltre le posizioni di Turchia e della Russia alla luce del sostegno della
Turchia all'Azerbaigian e della
Russia che mantiene un’alleanza militare con l’Armenia, dove esiste una base
russa. Sostenendo con forza
l’Azerbaigian, la Turchia potrebbe cambiare gli equilibri e costringere la
Russia a farsi coinvolgere più di quanto non vorrebbe.
Con
una posta in gioco alta così alta, le Nazioni Unite hanno tenuto una
riunione di emergenza sulla questione e sono già in
corso contatti diplomatici separati tra i belligeranti e Russia, Turchia e
altri. Da considerare che anche qualora si raggiungesse un cessate il fuoco, rimarrebbe
il problema di come risolvere una questione che coinvolge profondamente le
identità sia degli armeni che degli azeri.
Antonio
Trogu trogant@libero.it
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