domenica 20 settembre 2020

UN conflitto a bassa intensita che riprende vigore

 


Nagorno Karabakh: la scintilla che infiamma il Caucaso meridionale

 

Il 27 settembre sono ripresi gli scontri armati tra Armenia e Arzebagian lungo la linea di contatto tra il Nagorno-Karabakh e l'Azerbaigian. L’enclave del Nagorno-Karabakh (Il termine nagorno significa montuoso in lingua russa; kara vuol dire nero in turco, mentre bağ significa sia giardino in persiano che vite in turco), e’ situata all’interno del territorio dell’Azerbaigian con un estensione di 11.500  chilometri quadrati ed una popolazione di circa 140.000 abitanti tra armeni cristiani e turchi azeri. La storia del Nagorno-Karabakh e’ recente, a seguito della fine della guerra russo-persiana del 1804-1813  e del trattato di pace stipulato tra l'impero russo e l'impero persiano firmato il 24 ottobre 1813 nel villaggio di Golestan, nel Karabakh la Persia cedette la provincia di Arran ai Russi, ponendo le basi della formazione dell’attuale Repubblica dell’Azerbaigian. Dopo la rivoluzione russa del 1917, il Karabakh fu inglobato nella Federazione Transcaucasica, che ben presto si divise tra Armenia, Azerbaigian e Georgia. Il territorio del Nagorno Karabakh venne rivendicato sia dagli armeni (che all'epoca costituivano il 98% della popolazione) sia dagli azeri e per volere di Stalin, dopo la conquista bolscevica del 1920, il territorio venne assegnato all'Azerbaigian,  il governo sovietico la istituì come oblast autonomo a maggioranza armena e il Nagorno-Karabakh divenne così un'enclave di minoranza all'interno dell'Azerbaigian. Nel febbraio del 1988, il Parlamento del Karabakh decise di chiedere l’annessione all’Armenia; con il crollo dell’Unione Sovietica le violenze aumentarono, il 2 settembre 1991, la regione si autoproclamò indipendente e, il 10 dicembre 1991, ci fu un referendum a cui seguì un conflitto che arrivò ad un momentaneo accordo di cessate il fuoco il 12 maggio 1994 ed agli armeni rimase il controllo del Karabakh. L'autoproclamata Repubblica del Nagorno-Karabakh ha dichiarato la sua indipendenza all'inizio del 1992 e da allora ha tenuto diverse elezioni indipendenti, nonché un referendum del 2006 che ha approvato una nuova costituzione. L'Azerbaigian ha dichiarato queste azioni illegali secondo il diritto internazionale e ad oggi l'indipendenza dell'autoproclamata nazione enclave non è stata riconosciuta a livello internazionale.

Quella odierna è senza dubbio una fase molto pericolosa del conflitto che in una settimana ha avuto una preoccupante escalation con bombardamenti e lancio di missili e un numero crescente del numero dei morti e feriti. Da sottolineare inoltre le posizioni di Turchia e della Russia alla luce del sostegno della Turchia all'Azerbaigian e della Russia che mantiene un’alleanza militare con l’Armenia, dove esiste una base russa. Sostenendo con forza l’Azerbaigian, la Turchia potrebbe cambiare gli equilibri e costringere la Russia a farsi coinvolgere più di quanto non vorrebbe.

Con una posta in gioco alta così alta, le Nazioni Unite hanno tenuto una riunione di emergenza sulla questione e sono già in corso contatti diplomatici separati tra i belligeranti e Russia, Turchia e altri. Da considerare che anche qualora si raggiungesse un cessate il fuoco, rimarrebbe il problema di come risolvere una questione che coinvolge profondamente le identità sia degli armeni che degli azeri.

 

Antonio Trogu    trogant@libero.it

 

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