domenica 28 febbraio 2021

Teheran: i suoi avversari


 La Carta mostra con dovizia di particolari il quadro geopolitico dell'Iran e delle possibili minacce che deve affrontare.Il Paese non è più al centro degli interessi strategici primari delle Grandi Potenze in quanto il petrolio non è più così indispensabile come ai tempi di Mossadeq. L'Iraan non avra mai la bomba atomica, una assicurazione sulla propia esistenza. Ma dopo l'esperienza della Siria nessuno al mondo si vuole avventurare in uno scontro che frammenti, come la stessa Siria o la Libia l'Iran. A Teheran tutte le opzioni sono sul tappeto, compresa quella di una fine dello Stato  nato dalla rivoluzione del 1976. 

Fonte: LIMES , rivista di geopolitica. Info: www.ilmioabbonamento.it

sabato 20 febbraio 2021

Hezbollah. La Bandiera.



Hezbollah o Ḥizb Allāh è un'organizzazione paramilitare islamista libanese, 
nata nel giugno del 1982
 e divenuta successivamente 
anche un partito politico islamista sciita del Libano


Tracce di Tesi. Anno Accademico 2021/2022 

martedì 9 febbraio 2021

La nascita di Hezbollah e il suo ruolo nella Guerra Civile libanese

 

Salvatore Li Causi*

 

Dopo 15 anni di combattimenti, che avevano martoriato una nazione e innumerevoli atrocità commesse da entrambe le parti, il 13 ottobre 1990 terminò ufficialmente la Guerra civile in Libano, con un bilancio di più di 150.000 morti fra civili e militari.

Un aspetto  rilevante della guerra civile libanese, tanto quanto la questione tra Israele e Palestina, fu rappresentato dalla presenza siriana nella valle di Beqaa, iniziata nel 1976 e proseguitati per l’intera durata del conflitto, che terminò con l’occupazione definitiva per effetto degli Accordi di Ta’if nel 1989.

Nel 1975 erano note le divisioni all’interno della comunità religiose libanese, soprattutto tra maroniti e musulmani, che accentuarono lo scoppio della Guerra civile.

Inoltre, sempre in base alle confessioni venivano divisi i seggi Parlamentari, gli alti gradi delle funzioni pubbliche e dell’Esercito.

La comunità sciita, concentrata nel sud del Paese e nella valle della Bekaa era prettamente rurale,  organizzata su modello tribale e guidata dai capi tribù,gli z’uama  non aveva alcuna voce in capitolo nell’amministrazione dello Stato.

La popolazione sciita è quella che più di tutte subisce le conseguenze dei raid israeliani contro le basi dell’OLP, insediatesi in Libano nel 1970 dopo il Settembre Nero.

Nel 1959  l’Imam Moussa Sadr  torna a Beirut, diventa il leader della comunità sciita, acquisendo il ruolo di “padre spirituale”; inoltre, ottiene il sostegno del presidente siriano Hafez al Assad, che appartiene alla setta alawita (una piccola minoranza in Siria).

Gli alawiti,  non sono riconosciuti ufficialmente come confessione sciita, ma grazie a Moussa Sadr ,tramite “la fatwa”[1] , certifica l’appartenenza degli alawiti allo sciismo conferendo ad Assad la legittimazione necessaria per la sua nomina a Presidente .

Nel 1967 l’Imam fonda l’Alto Consiglio Islamico degli Sciiti libanesi e ne diviene il Presidente.

Il governo si trova, così, costretto a riconoscere alcuni diritti alla comunità degli sciiti che fino a quel punto era stata dimenticata.

Nel 1973 viene fondata la prima organizzazione politica  il “Movimento dei Diseredati”; con lo scoppio della Guerra civile, Sadr con la prima milizia sciita, il 6 luglio 1975 ottiene il battesimo del fuoco, con i “Battaglioni della Resistenza Libanese” in seguito conosciuta con l’acronimo di Amal, “Speranza”.

Il documento finale, noto come il “Manifesto dei Nove”[2] , viene scritto nel corso di una riunione dove partecipano tre membri del gruppo Amal guidato da Hussein al Mussawi e tre membri di vari comitati islamici (i gruppi principali della regione della Bekaa).

 I gruppi che aderiranno, formeranno la nuova organizzazione che prenderà il nome di “Hezbollah”, Partito di Dio.

I tre pilastri di Hezbollah, secondo Naim Qassem, vice-segretario generale del gruppo, sono:

  Il credo nell’Islam2 e nei suoi insegnamenti come la base religiosa, ideologica.

  La Jihad contro l’occupazione dell’esercito israeliano e contro il “Satana”.

  Il giurista- teologo, Valih al Faqih, 3 come una necessità per tutta la nazione islamica.

Lo  scopo di Sadr è quello di creare una coscienza sciita perché la comunità possa avere un maggior peso politico interno e conquistare per gli sciiti una posizione migliore all’interno del Paese.

Mentre l’intenzione di Khomeini lavora da tempo per organizzare una Rivoluzione Islamica.

Nel 1958, in Irak viene creato il partito degli sciiti Hizb al-Da’wa, dove alla formazione del partito partecipano tutti gli ulema[3] .

Due sono le anime fondamentali di questo partito: una è quella propriamente irakena che mira al rovesciamento del regime e all’insediamento di uno Stato Islamico e l’altra è quella impegnata ad estendere questa forma di Islam anche al di là dei confini irakeni.

Tanti membri della cellula irakena del partito al-Da’wa appartenenti alla fazione radicale della quale fa parte Khomeini, con la quale Sadr è in conflitto, si infiltrarono nel Movimento dei Diseredati in Libano e nelle fila di Amal; molti di questi diverranno membri e fondatori di Hezbollah, come Subhi al-Tufaili, primo segretario generale del partito ed Abbas Mussawi. 

La nascita di Hezbollah va collocata all’interno del vuoto politico provocato dalla misteriosa scomparsa  di Sadr il 31 agosto del 1978.

 Nabih Berri, subentra alla guida di Amal, ma non è in grado di assicurare una guida credibile. Mentre, la corrente di Hussein Mussawi contesta la secolarizzazione del partito rimanendo fermo sull’obbiettivo della Repubblica Islamica per trasferire in Libano il modello khomeinista.

Al ritorno dal viaggio in Iran, Hussein Mussawi, dopo essersi assicurato gli aiuti politici e finanziari della Teheran khomeinista, necessari a organizzare il partito di Dio in Libano, provoca una scissione all’interno di Amal e nascono le prime cellule del partito di Dio, che ufficialmente ancora non ha una struttura organizzata, inoltre, parla apertamente della volontà di creare uno Stato islamico in Libano.

Nasce Al-Amal Al-Islami (La Speranza Islamica) con sede a Baalbek, nel territorio sotto occupazione siriana, con 1200 uomini.

Lo sceicco Harb, comincia a formare i primi gruppi clandestini del Partito di Dio; Seyyed Muhammad Hussein Fadlallah, un Mullah (esperto sulla teologia dell’Islam), diverrà ufficialmente la guida spirituale del Partito di Dio, viene influenzato dai teologi che sostengono la formazione dello Stato Islamico e l’azione clandestina in nome della causa.

Uno dei punti fondamentali del partito di Hezbollah era il  concetto che riguarda a dottrina politica del “velayat-e faqih” ( terzo punto del Manifesto)di Khomeini che prevedeva il governo e la guida dello Stato da parte degli ulema più saggi.

Il velayat al-faqih incarna il potere, mentre il Faqih è un leader e praticamente un dittatore, dal potere assoluto, poiché rappresenta la testimonianza di Dio fino al ritorno dell’Imam Mahdi ed a lui spettano le scelte di guerra e pace.

Il vuoto creato dalla scomparsa di Sadr è riempito così nel 1979 dalla vittoria della Rivoluzione Islamica in Iran e dal suo paladino, l’Imam Khomeini.

Il capo supremo del Partito di Dio in Iran, non è solo un capo politico, ma è il rappresentante della volontà di Allah sulla terra e quindi non ha bisogno di trasmettere i suoi ordini tramite la gerarchia del partito, si può rivolgere direttamente alla nazione e gli obbediranno ciecamente tutti coloro che lo riconoscono come capo supremo, anche al di fuori dei confini iraniani.

Uno dei suoi primi obiettivi è la diffusione della rivoluzione islamica non solo in Iran, ma anche nei Paesi musulmani dove le comunità sciite sono importanti, pretendendo l’universalismo per il suo movimento.

Inizialmente il controllo che Khomeini vuole avere sul Libano non piace ad Assad, decise di creare un alleato forte in regione.

L’addestramento della milizia sciita e la creazione di un’organizzazione armata alleata, è uno dei primi atti della strategia di Khomeini.

L’Ayatollah invia i suoi Guardiani della Rivoluzione nei campi Libanesi sotto il comando di Subhi al Tufeili[4] e lo sceicco Ragheb Harb, per poter formare un nuovo movimento organizzato che molto presto prende il nome di Hezbollah.

Il padrino del Partito di Dio nel 1982 è Ali Akbar Mohtashemipour, l’ambasciatore iraniano a Damasco, che in seguito diventerà ministro degli Interni.

Mohtashemipour si serve dell’immunità diplomatica per agire e nel 1983 l’Ambasciata Iraniana a Damasco. Israele pensa che la nascita di un nuovo gruppo sciita serva ad eliminare i combattenti palestinesi in Libano, ma molto presto capisce il suo errore di valutazione.

La notte del 14 marzo 1978 l’esercito israeliano attacca le basi dell’OLP, l’operazione “Litani” vuole creare una fascia di sicurezza fino al fiume che scendendo dalla Valle di Bekaa scorre parallelo alla frontiera.

Il 6 giugno 1982, il primo ministro Israeliano Begin annuncia l’operazione militare “Pace in Galilea” come reazione come risposta al tentativo di assassinio messo in atto da parte del al-Fath contro l'ambasciatore nel Regno Unito Shlomo Argov e in risposta ad attacchi d'artiglieria dell’ OLP.

Lo scopo dell’operazione militare è di distruggere le armi e le basi dell’OLP; Begin annuncia che i militari israeliani sarebbero entrati all’interno dei confini libanesi soltanto per 40 km, sufficiente per distruggere i missili palestinesi che colpivano Israele.

Nel 1980 la debolezza dello Stato libanese e la lunga guerra civile avevano cambiato i rapporti di forza tra le varie milizie. Amal era cresciuto molto estendendo la sua influenza su tutta la popolazione sciita diventando cosi la più forte milizia mussulmana.

Amal scontratosi già con l’OLP, inizialmente non si oppose alla  resistenza dell’occupazione israeliana del 1982 proprio per indebolire l’OLP e la sua resistenza attiva, contro i soldati israeliani, iniziata dopo il 1983 raggiunse l’apice con la conquista dell’area di Beirut ovest e l’arruolamento di migliaia di soldati dell’Esercito che decidono di disertare nel febbraio del 1984.

Nabih Berri diventa ministro nel governo di Unità Nazionale del presidente Elias Sarkis nel 1984, cosa che la comunità sciita vede come un’apertura verso Israele e Stati Uniti.

Approfittando di questa situazione e del ritiro israeliano, Hezbollah eleva lo scontro con Amal che, dopo il 1985, si intensifica e si estende a Beirut sud; il lavoro degli infiltrati all’interno di Amal procede rafforzando Hezbollah che, nel 1986, conquista tutta Beirut sud.

Fin dai primi anni di attivismo politico e religioso, Hezbollah si definì in aperto contrasto con Amal, per via della natura eccessivamente riformista e laica di questi ultimi, in conflitto con il modello rivoluzionario iraniano, che riteneva il sistema politico libanese troppo obsoleto e corrotto, impossibile quindi da riformare.

Lo scontro già feroce tra le due fazioni sciite s’inasprì negli anni successivi della guerra, in seguito allo scoppio della Guerra dei Campi, che favorì la clamorosa alleanza tra i palestinesi e Hezbollah.

L’amicizia di Hezbollah con l’OLP, stretta dal partito sciita per evitare ripercussioni palestinesi, suscitò lo sdegno di Assad; Hezbollah contrastò apertamente la Siria e Amal, stringendo i rapporti con Arafat.

In quegli anni Hezbollah lottò con impegno per i diritti dei palestinesi in Libano, aprendo alla possibilità, per i rifugiati, di entrare direttamente nell’economia nazionale e acquisire nuovi diritti, senza tuttavia fare mai alcun riferimento a una eventuale naturalizzazione degli stessi.

Mentre la guerra civile volgeva al termine, era dunque chiaro che Hezbollah si era affermato come un movimento militare stabile e influente, da non sottovalutare nelle delicate questioni politiche nazionali che si sarebbero create dopo gli accordi di Ta’if.

Gli ultimi anni del conflitto per Hezbollah furono nuovamente caratterizzati dagli scontri con Amal, soprattutto tra il 1988 e il 1989, le zone degli scontri furono soprattutto i sobborghi della capitale Beirut e le regioni meridionali, ossia le aree in cui stanziava la maggioranza della popolazione sciita libanese, il cui consenso era l’oggetto della disputa tra Hezbollah e Amal.

La battaglia non si combatté solo militarmente, i due movimenti intervennero soprattutto politicamente per conquistare i consensi dello sciismo libanese.

Amal offriva alla popolazione un familiar patronage system, Hezbollah si adoperò nella creazione di istituzioni efficienti, tra cui una serie di servizi pubblici, come le cliniche o diverse imprese di costruzione. Il risultato finale vide il trionfo schiacciante di Hezbollah a Beirut, mentre nelle periferie meridionali del territorio si assisté a una vittoria meno netta, e Amal riuscì a mantenere un’importante autorità.

In seguito alla fine della guerra, l’occupazione siriana in Libano impose una distensione nei

rapporti tra Hezbollah e Amal, che raggiunseri un modus vivendi politico, nonostante anche negli anni ’90 non sarebbero mancati scontri di minore entità fra questi.

Fra il 1988 e il 1991 Hezbollah elimina tutti i rivali nelle zone sciite: Amal, i partiti libanesi laici e di sinistra, l’esercito libanese, i movimenti palestinesi e riesce inoltre a egemonizzare la resistenza contro Israele. Lo scopo di Hezbollah non è quello di integrarsi nello Stato libanese, ma di porsi come un attore alternativo direttamente controllato dall’Iran.

Hezbollah o Ḥizb Allāh (Partito di Dio), è un'organizzazione libanese, nata  dopo l’invasione da parte di Israele del sud del Libano nel giugno del 1982 a Baalbek, piccola località nella valle della Bekaa.

Gli attacchi suicidi all’ambasciata e alle caserme statunitensi a Beirut nell’ottobre del 1983 causarono la morte di 258 Americani e rafforzarono l’immagine del gruppo come leader della ‘resistenza’ sciita.

Il primo segretario generale, in carica dal 1989 al 1991, fu Subhi al-Tufayli, figura che non lasciò una traccia politica di rilievo, a quest’ultimo venne preferito Abbas Moussawi.

Il 16 febbraio 1985 rese noto il suo primo manifesto, chiamato “Hizballah Program”, ideato dall’Ayatollah Fadlallah che sancì ufficialmente la nascita dell’organizzazione islamica, divenuta un Partito politico sciita del Libano.

L'emblema della bandiera di Hezbollah ( Fig.5) è caratterizzato da un drappo giallo al cui centro campeggia parte di un versetto del Corano,Sura V, versetto 56, che recita:

"E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Dio, Hezbollah, che avrà la vittoria.".

Nella sezione inferiore: “La Resistenza islamica in Libano” .

Il logo centrale nella bandiera è una rappresentazione tratteggiata in stile cufico delle parole “Hizb’allah”.

La lettera alif (  I  ) , prima lettera del nome di Dio, è graficamente resa come una mano che stringe un fucile d’assalto, affiancata da una rappresentazione del globo terrestre, una spada, un ramoscello con sette foglie, tutti elementi significativi i per il movimento sciita.

 * Il presente articolo è tratto dalla tesi di laurea per il Master in "Antiterrorismo Internazionale" attivato presso la Uninversità degli Studi N. Cusano Telematica Roma  con il titolo Libano tra fondamentalismo e lotta di potere". 

 Ha sede in Libano ed il suo segretario generale è Hassan Nasrallah, succeduto ad Abbas Al-Musawi a causa della morte nel 1992.

Le organizzazioni controllate sono:

     Bayt al-Mal, organizzazione che si occupa dei servizi finanziari, degli investimenti e del banco di credito del Partito

     Jihad Al Binna, fondazione immobiliare il cui scopo è quello di rimediare ai danni causati dalla guerra civile

     Organizzazione per il sostegno alla resistenza islamica, fondo caritatevole utilizzato per raccogliere fondi e pagare i servizi offerti dal Partito in Libano

     Imam al-Mahdi Scouts, organizzazione giovanile del Partito iscritta all'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout.

 

Affiliato a Hezbollah è il canale televisivo Al-Manar, inaugurato nel 1991 e che dal 2000 trasmette su satellite. Il 40% della programmazione ha carattere politico, il 40% sociale, educativo, religioso o sportivo, il 20% d'intrattenimento (telenovele).

 Il direttore di Al-Manar Abdallah Kassir ha rivendicato la "non neutralità" del canale, spiegando che: "Noi abbiamo adottato i problemi della vita sociale libanese e del mondo arabo in generale, primo fra tutti la causa palestinese che gode dell'appoggio della maggioranza del popolo libanese; perciò è normale essere di parte in questo caso".

Hezbollah dal 1985 manifesta i suoi tre obiettivi principali:

  "la fine di ogni potenza imperialista ( americane e francesi )in Libano";

  "sottomettere e sottoporre le Falangi Libanesi ad una giusta legge e portarli a processo per i loro crimini";

  dare al popolo la possibilità di scegliere "con piena libertà il sistema di governo che vogliono".

  Distruggere Israele

 

I suoi fondatori si ispirarono all’ideologia dell’ayatollah iraniano Khomeini e seppero unire diverse correnti del panorama politico sciita in chiave anti-israeliana.

Una delle tattiche militari utilizzate da Hezbollah, è rappresentata dagli attacchi suicidi. Il martire diventa il combattente per eccellenza. Essere martire in battaglia o in attacchi suicidi dal punto di vista sciita è una questione di purezza, di forte fede, e altrettanta ideologia. Il paradiso, la vita dopo la morte come premio per la caduta nei campi di battaglia, il valore del martire per la società e la nazione, per il bene comune, il dovere sacro secondo l’esempio di Hussein nel difendere la propria terra è ciò che viene insegnato ai giovanissimi. La scelta degli uomini nell’arruolamento dei martiri per le missioni e gli attacchi è molto attenta alla fascia d’età, il livello di formazione e convinzione.

Anche per le donne il martirio è molto importante. Non è permesso loro prendere parte negli attentati, ma sicuramente avere un figlio, o un marito martire è una questione di forza e di elevato senso del sacrificio. Hezbollah adotta la tattica degli attacchi suicidi, il rapimento di ostaggi occidentali, le auto-bomba e il dirottamento di aerei.

In breve tempo Hezbollah si stabilì come uno dei principali attori della resistenza armata e fu l’unica milizia paramilitare a non essere disarmata dopo la fine della guerra civile, conclusasi nell’ottobre del 1990.

Con la ratifica da parte del Parlamento libanese degli Accordi di Ta’if del 1989, venne ristabilito un equilibrio nei rapporti di forza tra le maggiori confessioni presenti in Libano, facendo in modo che i rappresentanti delle comunità musulmane fossero pari in numero ai deputati cristiani. Hezbollah si presentò alle elezioni del 1992 aggiudicandosi 12 seggi su 128 in Parlamento. Nel 1996 vinse poi 9 seggi, che risalirono a 12 con le elezioni del 2000.



[1]  “Fatwa”opinione giuridica o legale.

 

[2]  “ Manifesto dei Nove” enunciava brevemente i pilastri della nuova organizzazione, il credo nell’Islam, il jihad contro l’occupazione dell’esercito israeliano e contro gli Stati Uniti, l’adesione alla dottrina di wilayat al-faqih (giurista- teologo) e la sottomissione ai decreti del leader supremo iraniano, l’ayatollah Ruhollah Khomeini, riconosciuto come Giurista Teologo più importante e suprema autorità politico- religiosa .

 

[3]  “Un ‘alim” ( in arabo Ulama) è uno studioso musulmano, anche di sesso non maschile, esperto in scienze religiose ( ulum diniyya).

 

[4]Subhi al-Tufayli” è stato il primo segretario generale o leader di Hezbollah per un anno. Islamista sciita e attualmente fa parte della Leadership di Hezbollah.