di
Alessio Pecce
La nascita dello Stato Islamico
nell'Iraq e nel Levante, oggi noto come Stato Islamico dell'Iraq e della Siria
(ISIS) è databile al 29 giugno 2014, attraverso l'auto proclamazione del
califfo Abu Bakr-al Baghdadi. Attraverso
un discorso, egli richiama i musulmani all'unione, per consolidare la difesa
della Ummah, la quale è considerata l'unico rappresentante legittimo dell'islam
contemporaneo. Le forze del califfato provengono da una branca
dell'organizzazione terroristica al-Quaeda, con a capo l'emiro Abu Mussab
al-Zarqawi, presso il quale al-Baghdadi ha prestato servizio fino al 2004, anno
in cui al-Zarqawi è stato arrestato. L'elemento che più di tutti l'ISIS eredita
da al-Quaeda è la violenza nei confronti della comunità sciita, oltre alla
brutalità verso i nemici, declamata quasi sempre attraverso i media, con
l'obiettivo di reclutare tanti più soggetti possibili. Mentre la differenza
sostanziale tra le due organizzazioni risiede nel fatto che mentre al-Quaeda
chiedeva la cacciata delle basi statunitensi dall'Arabia Saudita, cercando di
riprendersi quello stato, l'ISIS avanza pretese maggiori, come ad esempio porre
fine al coinvolgimento occidentale e russo nei territori dello Sham, per
formare un nuovo stato, laddove un tempo esisteva l'antico califfato, la
Mesopotamia. Inoltre occorre sottolineare come al-Quaeda si muovesse in un
contesto geopolitico in cui gli Stati erano strategicamente/politicamente
forti, a differenza di oggi in cui lo
stato islamico approfitta della loro fragilità interna, privi ormai di
qualsiasi controllo. Alla morte di Osama bin Laden molti fondamentalisti si
sono trovati, di colpo, privi di qualsiasi riferimento religioso e dottrinale e
l'emergere dello stato islamico è stato il punto di legame, grazie al quale è stato possibile
il riavvicinamento ideologico/religioso dei vecchi fondamentalisti.
Innanzitutto l'ISIS prende spunto dalle antiche tradizioni islamiche, riconducendo
l'organizzazione sotto una figura carismatica e il califfo al-Baghdadi,
nonostante non abbia ottenuto alcun riconoscimento formale dalle alte cariche
del mondo musulmano, si è procurato un'elevata risonanza, oltre alle
motivazioni citate poc'anzi, a causa del suo atteggiamento di spaccatura che ne
hanno comportato il riconoscimento della leadership. A differenza di altri
gruppi terroristici, l'ISIS presenta delle novità sotto vari aspetti:
•
Politico: la selezione del
califfato nelle terre comprese tra Siria, Iraq, Giordania, Cipro, Israele e
Libano richiama l'antico Islam con capitale Damasco;
•
Ideologico: si giustifica la
guerra contro le minoranze religiose in nome di una giustizia suprema,
giustificando così le violenze costantemente praticate;
•
Politico: il califfato ha
prescritto un rigido controllo sulle zone comprese tra Iraq e Siria, ricavando
da essa le risorse naturali e finanziarie;
•
Militare: l'organizzazione
terroristica è composta da mujaheddin provenienti anche dall'occidente, in
grado di scontrarsi contro gli eserciti regolari, e non solo;
•
Sociale: formazione di programmi
scolastici, riforme sanitarie e l'istituzione di un corpo di Polizia Islamico,
oltre alla creazione di un giornale di propaganda, “Dabiq”, in grado di
diffondere le notizie via web.
Le decapitazioni registrate, invece
non rappresentano una novità, poiché questa modalità di terrorizzare l'opinione
pubblica è stata eseguita in passato anche da al-Quaeda, nei confronti delle
forze americane durante l'invasione dell'Iraq. Oltre al grande sviluppo
mediatico a livello internazionale, prontamente studiato, l'ISIS è il gruppo
terroristico più ricco al mondo e secondo alcune stime, il suo patrimonio
ammonterebbe a circa due miliardi di dollari, grazie anche al controllo dei
pozzi petroliferi tra la Siria e l'Iraq. Uno degli artefici di questa
organizzazione terroristica è il suo sedicente califfo al-Baghdadi, nato nel
1971 a Samarra, antica città dell'Iraq, appartenente al governatorato di
Baghdad. I suoi studi lo portano a conseguire un dottorato di studi islamici e
dal 1996 al 2000 risiede in Afghanistan dove in seguito è rinchiuso nel carcere
militare americano di Camp Bucca, in Iraq e rilasciato dopo la sua chiusura del
2009.
L'ISIS dispone di molte armi da
combattimento provenienti dal vecchio arsenale jugoslavo, le quali sono state
tolte all'esercito iracheno, da sempre in buoni rapporti con la Jugoslavia
socialista e federale e in passato accusata di equipaggiare Baghdad di
armamenti chimici e missilistici. Come accaduto in passato, l'Iraq si
rifornisce di armi dalla Jugoslavia grazie soprattutto all'odierna confusione e
l'ISIS è quindi in grado di usufruire del bacino balcanico come mezzo di
potenziamento armamentario. Le armi fanno da sfondo all'obiettivo dei
terroristi, i quali attraverso la psicologia del terrore, e quindi attraverso
la divulgazione delle immagini, cercano di evidenziare la loro presenza come
chiave di volta che porta alla paura e all'insicurezza globale.
Alessio Pecce
(alessio-p89@libero.it)
Nessun commento:
Posta un commento