di Alessandro Ugo Imbrigia*
Lo Stato Islamico sta portando avanti un progetto
di ristrutturazione amministrativa e urbana, un progetto che ha già visto
l’istituzionalizzazione di sedici ministeri, fra i quali un dipartimento
centrale per la sanità pubblica e un ministero addetto alla gestione delle risorse
naturali. La rifondazione statuale, oltre alla creazione di un apparato amministrativo
e burocratico, comprende la ricostruzione
delle strade, degli asili nido, dagli alberghi, dei mercati, entro una
zona territoriale compresa fra Siria e Iraq. Un manuale di gestione statale di
24 pagine, intitolato “Princìpi d’amministrazione dello Stato islamico”, e scritto nei mesi successivi alla proclamazione del
califfato, mostra l’importanza strategica che riveste la costruzione statale per
il califfato. Dunque lo Stato Islamico punta al consolidamento di una
forte identità politica, non solo militare. Il
manuale è strutturato in dieci capitoli con una forte impronta burocratica. La
parte introduttiva ricostruisce una breve storia del califfato e sottolinea la
fondamentale presenza di amministratori competenti, capaci di tradurre in
identità amministrativa e burocratica il sistema di vita islamico e la
costituzione coranica. La creazione e il consolidamento di un apparato statale
e amministrativo, sostenuto da agenzie provinciali e ausiliarie, con una
precisa strategia di comunicazione, differenzia lo Stato Islamico da tutti gli
altri gruppi jihadisti. Esso può vantare tra le proprie fila la presenza
d’impiegati statali specializzati in scienze statistiche, delle finanze,
amministrazione e contabilità. Al preambolo storico segue la descrizione dei
piani per i futuri dipartimenti, fra cui l’esercito, l’istruzione, i servizi
pubblici e i rapporti con i mezzi d’informazione. Un’ampia sezione illustra la
divisione dei campi d’addestramento militare in tre categorie: campi di “prima
preparazione” per i nuovi arrivati; campi di mantenimento per i veterani e
campi per bambini. Nel paragrafo dedicato ai campi di mantenimento, il testo
afferma chiaramente che i veterani saranno istruiti non solo sui metodi più
innovativi nell’utilizzo delle armi, ma acquisiranno competenze nella
pianificazione militare, logistica e tecnologica. La parte più consistente del
testo si sofferma sull’implementazione dei progetti di produzione, avviati in
base alle risorse naturali disponibili e affidati a dei comitati istituzionali.
La possibilità di investire nei settori strategici dell’estrazione del petrolio
e del gas è negata ai privati cittadini, i quali possono investire in tutti gli
altri settori della vita economica. L’impronta
statalista del califfato si denota dal controllo dei prezzi per una vasta gamma
di beni e servizi, ma, allo stesso tempo, consente ai privati cittadini di
possedere dei beni, gestire delle attività economiche ed eseguire dei progetti
per conto dello stato. L’istruzione è considerata un elemento cardine sulla
quale costruire una società islamica autosufficiente, capace di preservare l’umma, la comunità dei musulmani. A
partire dallo scorso anno il dipartimento della zakat (tassa religiosa), una sorta di ministero del welfare, ha
pubblicato delle segnalazioni di lavoro, fra cui offerte relative all’apertura
dell’anno scolastico e all’assunzione di insegnanti. I funzionari pubblici hanno anche pubblicato dei piani di sviluppo nel
settore agricolo per la stagione di coltivazione estiva e un corpus di
normative civili; ad esempio gli automobilisti devono essere muniti di una
cassetta degli attrezzi per le riparazioni, mentre i commercianti non possono
occupare i marciapiedi senza una licenza che consenta loro di vendere le
proprie merci. Sono state emanate direttive per debellare il contrabbando di
oro, rame e ferro, mentre per i disertori militari è stato preso un
provvedimento di clemenza, legato probabilmente ad un elevato fabbisogno di
personale da reclutare nell’esercito. Inoltre ha preso il via una campagna anticorruzione. Nella città di
Raqqa è possibile effettuare delle
procedure ordinarie attraverso gli sportelli per i reclami, con il supporto
delle istruzioni per avviare la pratica.
Delle regole valide in tutto il califfato impediscono ai membri dello Stato
Islamico di partecipare personalmente agli investimenti statali e di il proprio
ruolo istituzionale per fini personali. La lotta al clientelismo è uno
strumento importante per raccogliere consenso e sedimentare l’apparato
amministrativo dello Stato Islamico. L’Is sta portando avanti un programma di
unificazione nel territorio compreso fra Siria e Iraq attraverso
l’istituzionalizzazione di un nuovo organo amministrativo, la provincia
dell’Eufrate. Quest’ultima è un ente predisposto all’emissione dei documenti
d’identità e all’eliminazione delle frontiere. Evidenti difficoltà di unificazione
sorgono in materia monetaria, dato che si utilizzano le valute dello stato
siriano e di quello iracheno, oltre al dollaro statunitense. Nell’ambito
dell’istruzione sono emerse delle incongruenze fra Iraq e Siria relativamente
ai rispettivi sistemi di scuola secondaria. Questa incompatibilità procura
delle difficoltà nei sistemi di ammissione universitaria. Dalla contabilità dello Stato Islamico, secondo
alcune fonti, è emerso che le tasse hanno costituito il 23,7 per cento degli
introiti, mentre le vendite di petrolio e gas hanno rappresentato il 27,7 per
cento delle entrate. Inaspettatamente più che le vendite di petrolio e delle
tasse sarebbero le “confische” a garantire lauti guadagni. Il califfato ha imposto
sanzioni pecuniarie ai trafficanti di beni illegali come le sigarette, comprese
quelle elettroniche, e ha messo all’asta le proprietà delle persone considerate
oppositori del regime. Queste attività hanno rappresentato il 45 per cento
delle sue entrate, quasi quanto le risorse naturali e le tasse messe insieme. Per
quanto riguarda le spese, più del 60 per cento dei fondi della provincia è
stato speso per i salari dei soldati e la manutenzione delle basi militari.
Solo il 17,7 per cento è stato impiegato per i servizi pubblici. Il califfato assegna
con cadenza regolare dei premi da cento dollari per l’eccellenza negli studi
religiosi. Il dipartimento della zakat, inoltre, raccoglie una decima al fine di
ridistribuire del denaro alle famiglie in difficoltà. Una serie di statistiche,
senza data e relative alla provincia di Aleppo, mostra che sono circa 2.500 le famiglie
che ricevono questi aiuti.
Dunque non basta analizzare lo Stato Islamico entro un’ottica
semplicistica, che tenga in considerazione solo i fattori di matrice economica,
militare, mediatica e religiosa. La costruzione del Califfato come entità
statuale ha tra i suoi obiettivi, oltre all’affermazione militare e religiosa,
la consacrazione istituzionale del nuovo
jihadismo, attraverso un sistema di protezione e assistenza in grado di garantire allo Stato Islamico consenso
e adesione civica.
*Sociologo del Mutamento e dei Sistemi Complessi. Analista dei processi organizzativi e dell'industria culturale. Laureato in Scienze sociali applicate: lavoro, formazione e risorse umane.
*Sociologo del Mutamento e dei Sistemi Complessi. Analista dei processi organizzativi e dell'industria culturale. Laureato in Scienze sociali applicate: lavoro, formazione e risorse umane.
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