mercoledì 23 dicembre 2015

Organizzazione statuale e funzioni amministrative del Califfato

di Alessandro Ugo Imbrigia*

Lo Stato Islamico sta portando avanti un progetto di ristrutturazione amministrativa e urbana, un progetto che ha già visto l’istituzionalizzazione di sedici ministeri, fra i quali un dipartimento centrale per la sanità pubblica e un ministero addetto alla gestione delle risorse naturali. La rifondazione statuale, oltre alla creazione di un apparato amministrativo e burocratico, comprende la ricostruzione  delle strade, degli asili nido, dagli alberghi, dei mercati, entro una zona territoriale compresa fra Siria e Iraq. Un manuale di gestione statale di 24 pagine, intitolato  “Princìpi d’amministrazione dello Stato islamico”, e scritto nei mesi successivi alla proclamazione del califfato, mostra l’importanza strategica che riveste la costruzione statale per il califfato. Dunque lo Stato Islamico punta al consolidamento di una forte identità politica, non solo militare. Il manuale è strutturato in dieci capitoli con una forte impronta burocratica. La parte introduttiva ricostruisce una breve storia del califfato e sottolinea la fondamentale presenza di amministratori competenti, capaci di tradurre in identità amministrativa e burocratica il sistema di vita islamico e la costituzione coranica. La creazione e il consolidamento di un apparato statale e amministrativo, sostenuto da agenzie provinciali e ausiliarie, con una precisa strategia di comunicazione, differenzia lo Stato Islamico da tutti gli altri gruppi jihadisti. Esso può vantare tra le proprie fila la presenza d’impiegati statali specializzati in scienze statistiche, delle finanze, amministrazione e contabilità. Al preambolo storico segue la descrizione dei piani per i futuri dipartimenti, fra cui l’esercito, l’istruzione, i servizi pubblici e i rapporti con i mezzi d’informazione. Un’ampia sezione illustra la divisione dei campi d’addestramento militare in tre categorie: campi di “prima preparazione” per i nuovi arrivati; campi di mantenimento per i veterani e campi per bambini. Nel paragrafo dedicato ai campi di mantenimento, il testo afferma chiaramente che i veterani saranno istruiti non solo sui metodi più innovativi nell’utilizzo delle armi, ma acquisiranno competenze nella pianificazione militare, logistica e tecnologica. La parte più consistente del testo si sofferma sull’implementazione dei progetti di produzione, avviati in base alle risorse naturali disponibili e affidati a dei comitati istituzionali. La possibilità di investire nei settori strategici dell’estrazione del petrolio e del gas è negata ai privati cittadini, i quali possono investire in tutti gli altri settori della vita economica.  L’impronta statalista del califfato si denota dal controllo dei prezzi per una vasta gamma di beni e servizi, ma, allo stesso tempo, consente ai privati cittadini di possedere dei beni, gestire delle attività economiche ed eseguire dei progetti per conto dello stato. L’istruzione è considerata un elemento cardine sulla quale costruire una società islamica autosufficiente, capace di preservare l’umma, la comunità dei musulmani. A partire dallo scorso anno il dipartimento della zakat (tassa religiosa), una sorta di ministero del welfare, ha pubblicato delle segnalazioni di lavoro, fra cui offerte relative all’apertura dell’anno scolastico e all’assunzione di insegnanti. I funzionari pubblici hanno anche pubblicato dei piani di sviluppo nel settore agricolo per la stagione di coltivazione estiva e un corpus di normative civili; ad esempio gli automobilisti devono essere muniti di una cassetta degli attrezzi per le riparazioni, mentre i commercianti non possono occupare i marciapiedi senza una licenza che consenta loro di vendere le proprie merci. Sono state emanate direttive per debellare il contrabbando di oro, rame e ferro, mentre per i disertori militari è stato preso un provvedimento di clemenza, legato probabilmente ad un elevato fabbisogno di personale da reclutare nell’esercito. Inoltre ha preso il via  una campagna anticorruzione. Nella città di Raqqa è possibile  effettuare delle procedure ordinarie attraverso gli sportelli per i reclami, con il supporto delle istruzioni per  avviare la pratica. Delle regole valide in tutto il califfato impediscono ai membri dello Stato Islamico di partecipare personalmente agli investimenti statali e di il proprio ruolo istituzionale per fini personali. La lotta al clientelismo è uno strumento importante per raccogliere consenso e sedimentare l’apparato amministrativo dello Stato Islamico. L’Is sta portando avanti un programma di unificazione nel territorio compreso fra Siria e Iraq attraverso l’istituzionalizzazione di un nuovo organo amministrativo, la provincia dell’Eufrate. Quest’ultima è un ente predisposto all’emissione dei documenti d’identità e all’eliminazione delle frontiere. Evidenti difficoltà di unificazione sorgono in materia monetaria, dato che si utilizzano le valute dello stato siriano e di quello iracheno, oltre al dollaro statunitense. Nell’ambito dell’istruzione sono emerse delle incongruenze fra Iraq e Siria relativamente ai rispettivi sistemi di scuola secondaria. Questa incompatibilità procura delle difficoltà nei sistemi di ammissione universitaria.  Dalla contabilità dello Stato Islamico, secondo alcune fonti, è emerso che le tasse hanno costituito il 23,7 per cento degli introiti, mentre le vendite di petrolio e gas hanno rappresentato il 27,7 per cento delle entrate. Inaspettatamente più che le vendite di petrolio e delle tasse sarebbero le “confische” a garantire lauti guadagni. Il califfato ha imposto sanzioni pecuniarie ai trafficanti di beni illegali come le sigarette, comprese quelle elettroniche, e ha messo all’asta le proprietà delle persone considerate oppositori del regime. Queste attività hanno rappresentato il 45 per cento delle sue entrate, quasi quanto le risorse naturali e le tasse messe insieme. Per quanto riguarda le spese, più del 60 per cento dei fondi della provincia è stato speso per i salari dei soldati e la manutenzione delle basi militari. Solo il 17,7 per cento è stato impiegato per i servizi pubblici. Il califfato assegna con cadenza regolare dei premi da cento dollari per l’eccellenza negli studi religiosi. Il dipartimento della zakat, inoltre, raccoglie una decima al fine di ridistribuire del denaro alle famiglie in difficoltà. Una serie di statistiche, senza data e relative alla provincia di Aleppo, mostra che sono circa 2.500 le famiglie che ricevono questi aiuti.
Dunque non basta analizzare lo Stato Islamico entro un’ottica semplicistica, che tenga in considerazione solo i fattori di matrice economica, militare, mediatica e religiosa. La costruzione del Califfato come entità statuale ha tra i suoi obiettivi, oltre all’affermazione militare e religiosa, la consacrazione  istituzionale del nuovo jihadismo, attraverso un sistema di protezione e assistenza  in grado di garantire allo Stato Islamico consenso e adesione civica.

*Sociologo del Mutamento e dei Sistemi Complessi. Analista dei  processi organizzativi e dell'industria culturale.  Laureato in Scienze sociali applicate: lavoro, formazione e risorse umane. 




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