martedì 10 dicembre 2024

Tesi di Laurea Antonio Di Placido Il Contributo dell'Esercito Italiano alle Missioni Nato degli anni 2000. Indice e Premessa

  Master I Livello in

“Politica Militare Comparata dal 1945 ad Oggi”

Dottrina, Strategia, Armamenti


IL CONTRIBUTO DELL’ESERCITO ITALIANO ALLE MISSIONI NATO DAGLI ANNI 2000

 

 ANNO ACCADEMICO 2022/2023

   Iraq: operazione Antica Babilonia                                                                             

Inserita nell’ambito della cosiddetta “guerra al terrorismo”, il 30 marzo 2003 ebbe inizio l’operazione Iraqi Freedom da parte delle forze armate statunitensi, che eseguirono massicci attacchi aerei sul palazzo presidenziale e contro obiettivi militari[1].

Avviata a seguito della violazione della risoluzione numero 1441 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che proibisce lo stoccaggio e l’importazione di armi di distruzione di massa, l’operazione vide coinvolti poco meno di trecentomila soldati britannici e statunitensi che riuscirono rapidamente a sopraffare le forze armate locali, tanto che Baghdad cadde dopo solo cinque settimane dall’inizio dell’operazione[2].

Dopo la capitolazione del regime di Saddam Hussein[3], si verificò l’afflusso in Iraq di un elevato numero di combattenti che, ispirati dalla jihad proclamata dal leader di Al Qaeda Osama Bil Laden, nei mesi successivi la fine del conflitto condussero numerosi attentati contro le truppe statunitensi; inoltre, il vuoto di potere, dovuto alla caduta del regime di Saddam Hussein, provocò una guerra civile tra le tribù sciite e quelle sunnite presenti all’interno del martoriato Paese[4].

In questo scenario, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU sollecitò la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità e alla sicurezza dell’Iraq, emanando la risoluzione num 1483 del 22 maggio 2003[5]. Su tale base normativa, il Parlamento italiano autorizzò il dispiegamento di un contingente italiano necessario a concorrere, con gli altri Paesi della coalizione, a garantire una cornice di sicurezza essenziale per un aiuto effettivo e serio al popolo iracheno e contribuire con capacità specifiche alle attività di intervento più urgenti nel ripristino dei servizi essenziali[6].

Il dispiegamento dell’advance party dell’operazione ribattezzata Antica Babilonia avvenne nel giugno del 2003; nel corso della missione si sono avvicendanti circa trentamila soldati italiani, con un impiego massimo di tremiladuecento uomini per turno schierati nella provincia di Dhi Qar[7] [8].

L’operazione Antica Babilonia faceva parte della forza di stabilizzazione internazionale costituita da più di venti Paesi, i cui contingenti agivano sotto l’egida dell’ONU[10].

Nell’ambito della missione, all’Italian Joint Task Force[11] furono assegnati i seguenti compiti:

·         creazione e mantenimento della necessaria cornice di sicurezza;

·         concorso al ripristino d’infrastrutture pubbliche e alla riattivazione dei servizi essenziali;

·         concorso all’ordine pubblico e alla formazione delle forze di sicurezza locali;

·         Polizia militare;

·         concorso all’attività di sminamento[12].

 

La tabella riassume le attività svolte a favore della popolazione e delle istituzioni locali da parte dei soldati dell’Esercito Italiano[13].


La presenza de contingente italiano in Iraq fu legittimata da un’ulteriore risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la numero 1546 dell’8 giugno 2004, la quale auspicava l’inizio di una nuova fase di transizione, con l’assunzione della piena responsabilità e autorità del Governo Iracheno di Transizione e la nascita di un governo democraticamente eletto dalla popolazione irachena[14].

Con il passaggio di responsabilità della sicurezza della provincia di Dhi Qar alle legittime autorità irachene, avvenuto il 21 settembre 2006, iniziò il ripiegamento del contingente italiano, mentre il successivo 6 novembre la base italiana di Camp Mittica fu ceduta alle unità del ricostituito esercito iracheno.

La fine della missione è stata sancita il 1° dicembre del 2006, con la cerimonia dell’ammaina Bandiera svoltasi a Nassirya alla presenza del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa[15].

 L’impiego operativo in Iraq, conclusosi nell’arco di circa tre anni, è costato la vita a trentanove Italiani, di cui trentadue militari caduti in azione, attacchi o incidenti e sette civili.

 

 



[1] www.history.navy.mil

[2] www.uniba.it

[3] Saddam Hussein Adb al-Majid al-Tikriti (1937 – 2006) all’età di 19 anni si rifugiò in Egitto dopo aver partecipato ad un tentativo fallito di assassinio. Tornato in Iraq a seguito del colpo di Stato del 1963, fu arrestato l’anno successivo, ma riuscì ad evadere nel 1968, contribuendo al colpo di Stato realizzato dal partito Ba’th, rivestendo in seguito il ruolo di vicepresidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario. Nominato generale dell’esercito iracheno nel 1976, a seguito delle dimissioni del presidente Ahmed Hasan fu nominato Presidente della Repubblica nel 1979. Sotto la sua presidenza si combatterono la guerra Iraq-Iran e la guerra del Kuwait. A seguito dell’invasione statunitense, fu catturato nel dicembre del 2003 e consegnato al neonato governo di transizione iracheno. Processato per la strage di Dujail del 1982, in cui morirono circa centocinquanta sciiti, fu condannato a morte, con pena eseguita il 30 dicembre 2006. www.sapere.it

[4] www.history.navy.mil

[5] www.digitallibrary.un.org

[6] www.difesa.it

[7] Il governatorato di Dhi Qar è una delle diciotto province dell’Iraq. Posizionata al sud del Paese, il centro principale è costituito dalla città di Nassirya, con una popolazione di oltre seicentomila persone.

[8] Informazioni della Difesa, num 1 del 2007 pag. 13

[9] www.esercito.difesa.it

[10] www.leg15.camera.it

[11] Il contingente italiano fu posto alle dipendenze della Multinational Division South-East a guida britannica.

[12] Informazioni della Difesa, num 1 del 2007 pag. 14

[13] Rapporto Esercito 2005, Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2005, pag. 72

[14] Rapporto Esercito 2004, Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2004, pag. 60

[15] Informazioni della Difesa, num 1 del 2007 pag. 13

[16] Rapporto Esercito 2006, Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2006, pag. 95

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