Master I Livello in
“Politica Militare Comparata dal 1945 ad Oggi”
Dottrina, Strategia, Armamenti
IL CONTRIBUTO DELL’ESERCITO ITALIANO ALLE MISSIONI NATO DAGLI ANNI 2000
Iraq: operazione Antica Babilonia
Inserita nell’ambito della cosiddetta “guerra al terrorismo”, il 30 marzo 2003 ebbe inizio l’operazione Iraqi Freedom da parte delle forze
armate statunitensi, che eseguirono massicci attacchi aerei sul palazzo
presidenziale e contro obiettivi militari[1].
Avviata a seguito della violazione della risoluzione numero 1441 del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che proibisce lo stoccaggio e
l’importazione di armi di distruzione di massa, l’operazione vide coinvolti
poco meno di trecentomila soldati britannici e statunitensi che riuscirono
rapidamente a sopraffare le forze armate locali, tanto che Baghdad cadde dopo
solo cinque settimane dall’inizio dell’operazione[2].
Dopo la capitolazione del regime di Saddam Hussein[3], si
verificò l’afflusso in Iraq di un elevato numero di combattenti che, ispirati
dalla jihad proclamata dal leader di Al Qaeda Osama Bil Laden, nei mesi
successivi la fine del conflitto condussero numerosi attentati contro le truppe
statunitensi; inoltre, il vuoto di potere, dovuto alla caduta del regime di
Saddam Hussein, provocò una guerra civile tra le tribù sciite e quelle sunnite
presenti all’interno del martoriato Paese[4].
In questo scenario, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU sollecitò la
Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità e alla sicurezza
dell’Iraq, emanando la risoluzione num 1483 del 22 maggio 2003[5]. Su
tale base normativa, il Parlamento italiano autorizzò il dispiegamento di un
contingente italiano necessario a concorrere, con gli altri Paesi della
coalizione, a garantire una cornice di sicurezza essenziale per un aiuto
effettivo e serio al popolo iracheno e contribuire con capacità specifiche alle
attività di intervento più urgenti nel ripristino dei servizi essenziali[6].
Il dispiegamento dell’advance party
dell’operazione ribattezzata Antica
Babilonia avvenne nel giugno del 2003; nel corso della missione si sono
avvicendanti circa trentamila soldati italiani, con un impiego massimo di
tremiladuecento uomini per turno schierati nella provincia di Dhi Qar[7] [8].
L’operazione Antica Babilonia faceva parte della forza di stabilizzazione internazionale costituita da più di venti Paesi, i cui contingenti agivano sotto l’egida dell’ONU[10].
Nell’ambito della missione, all’Italian
Joint Task Force[11] furono assegnati i seguenti compiti:
·
creazione e mantenimento della necessaria cornice di
sicurezza;
·
concorso al ripristino d’infrastrutture pubbliche e
alla riattivazione dei servizi essenziali;
·
concorso all’ordine pubblico e alla formazione delle
forze di sicurezza locali;
·
Polizia militare;
·
concorso all’attività di sminamento[12].
La tabella riassume le attività svolte a
favore della popolazione e delle istituzioni locali da parte dei soldati
dell’Esercito Italiano[13].
La presenza de contingente italiano in Iraq fu legittimata da un’ulteriore
risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la numero 1546 dell’8 giugno
2004, la quale auspicava l’inizio di una nuova fase di transizione, con
l’assunzione della piena responsabilità e autorità del Governo Iracheno di
Transizione e la nascita di un governo democraticamente eletto dalla
popolazione irachena[14].
Con il passaggio di responsabilità della sicurezza della provincia di Dhi
Qar alle legittime autorità irachene, avvenuto il 21 settembre 2006, iniziò il
ripiegamento del contingente italiano, mentre il successivo 6 novembre la base
italiana di Camp Mittica fu ceduta alle unità del ricostituito esercito
iracheno.
La fine della missione è stata sancita il 1° dicembre del 2006, con la
cerimonia dell’ammaina Bandiera svoltasi a Nassirya alla presenza del Ministro
della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa[15].
[1]
www.history.navy.mil
[2]
www.uniba.it
[3]
Saddam Hussein Adb al-Majid
al-Tikriti (1937 – 2006) all’età di 19 anni si rifugiò in Egitto dopo aver
partecipato ad un tentativo fallito di assassinio. Tornato in Iraq a seguito
del colpo di Stato del 1963, fu arrestato l’anno successivo, ma riuscì ad
evadere nel 1968, contribuendo al colpo di Stato realizzato dal partito Ba’th,
rivestendo in seguito il ruolo di vicepresidente del Consiglio del Comando
Rivoluzionario. Nominato generale dell’esercito iracheno nel 1976, a seguito
delle dimissioni del presidente Ahmed Hasan fu nominato Presidente della
Repubblica nel 1979. Sotto la sua presidenza si combatterono la guerra
Iraq-Iran e la guerra del Kuwait. A seguito dell’invasione statunitense, fu
catturato nel dicembre del 2003 e consegnato al neonato governo di transizione
iracheno. Processato per la strage di Dujail del 1982, in cui morirono circa
centocinquanta sciiti, fu condannato a morte, con pena eseguita il 30 dicembre
2006. www.sapere.it
[4]
www.history.navy.mil
[5]
www.digitallibrary.un.org
[6]
www.difesa.it
[7]
Il governatorato di Dhi Qar è
una delle diciotto province dell’Iraq. Posizionata al sud del Paese, il centro
principale è costituito dalla città di Nassirya, con una popolazione di oltre
seicentomila persone.
[8]
Informazioni della Difesa,
num 1 del 2007 pag. 13
[9]
www.esercito.difesa.it
[10]
www.leg15.camera.it
[11]
Il contingente italiano fu
posto alle dipendenze della Multinational Division South-East a guida
britannica.
[12]
Informazioni della Difesa,
num 1 del 2007 pag. 14
[13]
Rapporto Esercito 2005,
Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2005, pag. 72
[14] Rapporto Esercito 2004, Litotipografia dello Stato
Maggiore dell’Esercito, Roma, 2004, pag. 60
[15]
Informazioni della Difesa,
num 1 del 2007 pag. 13
[16] Rapporto Esercito 2006, Litotipografia dello Stato
Maggiore dell’Esercito, Roma, 2006, pag. 95
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