Master
in
“Terrorismo
e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”
Anno Accademico 22-23
“IL MOVIMENTO DI AL SHABAAB IN SOMALIA:
TRA JIHADISMO INTERNAZIONALE E DINAMICHE LOCALI”
Nascita ed evoluzione del movimento terroristico
Molti ideologi jihadisti, all’inizio del secolo, provenienti da quasi tutte le parti della Somalia hanno istituito una serie di incontri segreti a Mogadiscio per formare una nuova organizzazione jihadista con il nome di Harakah-Al-Shabaab Al-Mujahideen[1]. Al-Shabaab, il cui nome dovrebbe risalire al 2004, è un gruppo militare legato ad al-Qaeda ed è inserito dagli Stati Uniti nelle organizzazioni terroristiche. L’organizzazione trova la sua prima strutturazione dalla divisione delle fazioni islamiche radicali interne all’Unione delle Corti islamiche (UCI), a seguito della sconfitta subita da parte del Governo Federale di Transizione (GFT). Nel dicembre 2006 l’invasione etiope della Somalia ha trasformato Al-Shabaab, che fino a quel momento era una piccola fazione di un movimento islamico, nel più potente e radicale gruppo armato del paese. Il suo obiettivo è la creazione di uno stato islamico-fondamentalista in Somalia. Dal 2002, Al-Shabaab ha avuto un notevole impatto a Mogadiscio, in quanto ha ucciso giornalisti, funzionari del governo di transizione, operatori umanitari; ha derubato aziende come i trafficanti di Khat[2] ed ha rapidamente accumulato reclute e armi. Il gruppo AS si è affermato all’interno di tutto il paese, ed è riuscito a diventare l’unico gruppo jihadista amato in Somalia entro la fine del 2011; il leader di allora, Ahmed Godane, utilizzando la sua abile esperienza manageriale ha costruito un governo ed una macchina militare parzialmente efficaci. In seguito, il movimento ha iniziato una traiettoria discendente a causa della pressione adottata dal governo somalo e dai suoi alleati, procurando la perdita di gran parte della città di Mogadiscio. Successivamente i problemi continuarono ad aggravarsi seguiti dalla perdita di altri territori fino a quando, nel 2015, la situazione torna a stabilizzarsi, favorita anche dalla spirale discendente del governo somalo. Nel luglio-agosto del 2010, durante il Ramadan, Al-Shabaab era giunto quasi al suo apice del potere ed aveva deciso di prendere in mano Mogadiscio e mettere fine alla guerra che interessava il sud della Somalia. Il piano ha lanciato l’Operazione “fine degli aggressori”; l’altro gruppo jihadista di Hizbul Islam prese parte all’attacco ma entrambi hanno subito delle perdite pesanti e non hanno ottenuto molti guadagni. Tale sconfitta ha provocato delle lotte tra e all’interno di questi gruppi, protratte nel tempo; sono aumentati gli attacchi nei confronti del leader di Hizbul Islam e ciò ha portato alla fusione del gruppo con quello di Al-Shabaab nel 2011. L’AS formatosi dopo tale fusione si è spostato verso il campo internazionalista, nonostante ciò, da un lato abbia consolidato l’influenza degli estremisti, dall’altro lato ha diluito il potere di Godane; in quanto i suoi rivali sembrerebbe abbiamo pubblicato dei messaggi online riguardanti le sue pratiche dittatoriali e crudeli minando così la sua legittimità. Tutto ciò ha contribuito a dare inizio ad una epurazione interna del 2013 che ha visto l’eliminazione, da parte di Godane, di quasi tutti i suoi oppositori e i loro sostenitori attraverso la reclusione o l’esecuzione. Durante tale esecuzione, eliminò il Consiglio della Shura non rendendosi in questo modo responsabile nei confronti di nessuno. Nel 2014, con la morte di Godane, Al-Shabaab si è trovato a dover affrontare maggiori lotte; la sua morte ha fatto emergere dei sospetti su alcuni alti dirigenti, tra cui quello di Mahad Karate essendo stata l’ultima persona ad aver avuto contatti con Godane. Nel 2014 fu nominato nuovo emiro di Al-Shabaab, Ahmed Dirie Abu Ubayda; egli si dimostrò spietato come Godane e continuò con le stesse sue politiche; moltissimi membri furono arrestati e giustiziati in prigioni segrete[3]. La nascita dello Stato Islamico nel 2015 in Somalia ha messo a dura prova le capacità di leadership di Dirie; il suo mandato è stato quello di garantire ciò che Godane ha costruito ed egli sembra essere stato in grado a salvare più volte il gruppo dalla disintegrazione. La guerra contro Al-Shabaab è in situazione di stallo dal 2015; il gruppo nel 2018 controlla il territorio in 11 delle 18 regioni somale e parti della costa del Kenya. La maggior parte delle città principali della Somalia meridionale sono assediate dal gruppo e gli abitanti sono costretti a rifugiarsi nel territorio di Al-Shabaab per la fame e per l’aumento delle tasse. AS è interessata a continuare questa situazione di stallo, tentando di prolungare la guerra aspettandosi di logorare i sostenitori internazionali del governo somalo; tale strategia però si sta ritorcendo contro il gruppo in quanto sta perdendo i propri membri a causa della stanchezza della guerra. Il gruppo di Al-Shabaab ha diffuso voci secondo cui l’AMISON lascerà il paese nel 2018; la lunga pausa nell’offensiva contro il gruppo ha permesso ad AS di reclutare, addestrare e dispiegare truppe nel sud e nel centro della Somalia e inviare truppe già addestrate nel nord-est del paese. Solamente alcune operazioni di interruzione da parte delle forze speciali somale e gli attacchi aerei riusciranno ad impedire ad AS di espandersi per tutto il territorio. Nel 2016 il governo federale ha creato l’Unità per l’integrità finanziaria ed ha approvato la legge antiriciclaggio ma, nonostante ciò, il gruppo continua a godere della libertà finanziaria, è in grado di attraversare i posti di blocco ed entrare nelle aree di proprietà del governo. Oggi il gruppo è ancora presente nelle regioni meridionali della Somalia, ma l’invasione delle truppe kenyote ha spinto la maggior parte dei miliziani verso nuovi fronti, come lo Yemen dove è già forte la presenza di al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQPA). È necessaria una notevole strategia per rimuovere Al-Shabaab dalle aree che sono sotto il suo controllo; una strategia potrebbe essere quella di mirare alle strutture di formazione in modo tale da prevenire l’indottrinamento di nuove reclute. Sulla base dell’attuale clima politico in Somalia, risulta improbabile riuscire ad ottenere una vittoria contro il gruppo nei prossimi anni, salvo un’altra epurazione interna imprevista.
[1] Ali
Adeer (membro e fondatore di Al-Shabaab) nel debriefing della NISA, gennaio
2013.
[2] Khat: termine che indica
un arbusto fiorito sempreverde coltivato in Africa orientale e nella penisola,
il khat si presenta confezionato in mazzetti di foglie avvolti in foglie di
banana. Fonte: antidroga.interno.gov.it
[3] Estratto ripreso da un’intervista
di un membro dell’ex polizia di Al-Shabaab, dicembre 2018.
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