Il 10 novembre, con la
mediazione della Russia, e’ stato
firmato un accordo tra Armenia ed Azerbaigian e all'annuncio
vi e’ stata la reazione
furente di centinaia di armeni, che hanno fatto irruzione nelle sedi del Parlamento e del Governo
di Erevan, capitale dell'Armenia, devastando gli uffici e accusando di
tradimento il Primo Ministro armeno. Pashinyan.
Inoltre questo accordo ha si messo fine ai combattimenti ma renderà complicati
i rapporti tra Russia e Turchia.
Secondo le clausole dell’accordo tutte le zone perse
nella guerra degli anni ’90 e riconquistare con l’azione bellica dell’ultimo
mese e mezzo tornano all’Azerbaigian. Queste zone sono corrispondenti a circa
il 15-20% della piccola regione indipendente, che non viene riconosciuta dalla
comunità internazionale. Fra queste vi è anche Susha, la seconda città più
importante del Nagorno-Karabakh.
All’Armenia restano le posizioni che è riuscita a
mantenere e dovrà garantire all’Azerbaigian il collegamento per il transito di
persone e merci con la repubblica autonoma di Nakhchivan, enclave azera
confinante con l’Armenia e la Turchia.
Putin
ha annunciato che Mosca invierà nelle zona un contingente di pace di quasi
2mila militari, 90 blindati e 380 veicoli militari con il compito di vigilare
sul cessate il fuoco.
Antonio Trogu
trogant@libero.it
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