giovedì 20 marzo 2025

Un nuovo mosaico medioorientale tra Hezbollah Israele e Siria

Le vicende libanesi concernenti Hezbollah hanno influito molto su ciò che a partire dal 27 novembre 2024 è accaduto in Siria. Un esercito ben organizzato ed addestrato di ribelli islamisti, provenienti dalla piccola provincia siriana di Idlib in meno di due settimane dopo aver preso Aleppo Hama e Homa è arrivato alla capitale Damasco, occupandola in modo quasi incruento e costringendo Bashar al-Assad ad una fuga precipitosa. L'articolo pubblicato su CIVILTA CATTOLICAtratta, oltre che del cessate il fuco tra Hetzbollah ed Israele anche di quello entrato in vigore il 19 gennaio a Gaza dopo una lunga e difficile trattativa . La tregua avviene ormai nella Striscia di Gaza quasi tutto è stato distrutto, la popolazione abbandonata alla fame e le città  ridotte ad un cumulo di macerie 

Autore Giovanni Sale, S.I.



 LA CIVILTA CATTOLICA  ANNO 176, N. 4190, FEBBRAIO 2025.

La Rivista è presso la Emeroteca del CESVAM - Centro Studi sul Valore Militare  Info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

lunedì 10 marzo 2025

Tesi di Laurea Mirco Fraioli " Terrorismo islamico ed i metodi di contrasto in ambito nazionale" Premessa

 

Master

in

“Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi

 Terrorismo Islamico e i metodi di contrasto in ambito Nazionale

 ANNO ACCADEMICO 2022/2023

Premessa

Nell'era contemporanea, della new economy, della digitalizzazione e della globalizzazione, il terrorismo islamico rappresenta una delle principali minacce alla sicurezza globale. I suoi attacchi violenti e spietati hanno scosso il mondo intero, mettendo in discussione i fondamenti delle società democratiche e generando paura, insicurezza e instabilità. In questo contesto complesso e sfidante, è fondamentale comprendere a fondo le dinamiche del terrorismo islamico e sviluppare metodi di contrasto efficaci a livello nazionale.

Il presente lavoro di tesi, si pone l'obiettivo di esplorare in modo approfondito il fenomeno del terrorismo islamico e di analizzare le strategie e le misure di contrasto adottate dai paesi nel contesto nazionale. Attraverso una ricerca dettagliata e una riflessione critica, si cercherà di gettare luce su aspetti chiave quali la definizione del terrorismo, le sue radici ideologiche e le organizzazioni terroristiche più note come Al Qaeda e lo Stato Islamico. Saranno esaminate le motivazioni, gli obiettivi e le strategie operative di tali gruppi, al fine di comprendere meglio la natura complessa e mutevole del terrorismo internazionale jihadista.

Un aspetto cruciale che verrà esaminato è il ruolo della propaganda nel contesto del terrorismo islamico. La comunicazione logistica e propagandistica utilizzata dai gruppi terroristici, insieme all'avvento dei social media, hanno rivoluzionato la diffusione e l'impatto della propaganda terroristica. Saranno analizzati i meccanismi di reclutamento e indottrinamento utilizzati, ponendo particolare attenzione alle tattiche di radicalizzazione e ai fattori che contribuiscono all'adesione al terrorismo. L'obiettivo è comprendere come le ideologie estremiste riescano a esercitare un'attrazione su individui vulnerabili, sia a livello internazionale che a livello nazionale, attraverso il coinvolgimento di Foreign Fighters, Homegrown e Lone Wolf.

Un'altra dimensione fondamentale di questa ricerca sarà l'analisi degli attentati terroristici in Europa e il modo in cui tali eventi hanno influenzato le politiche di sicurezza nazionale. Saranno esplorati i meccanismi di intelligence e l'importanza del coordinamento tra le agenzie di sicurezza, con un focus sul ruolo del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo "C.A.S.A". Verranno inoltre considerate le misure di congelamento e black listing, volte a colpire le risorse finanziarie dei gruppi terroristici e a limitarne le attività.

Attraverso un'analisi approfondita e una prospettiva critica, questa tesi si propone di fornire una panoramica completa sul fenomeno del terrorismo islamico e di esaminare le diverse strategie di contrasto adottate a livello nazionale. L'obiettivo finale è quello di contribuire all'elaborazione di politiche di sicurezza più solide e di affrontare efficacemente la minaccia del terrorismo, al fine di preservare la stabilità, la sicurezza e i valori fondamentali delle società contemporanee. Saranno analizzate le sfide e le complessità legate alla prevenzione, alla rilevazione e alla neutralizzazione delle minacce terroristiche, al fine di fornire una base solida per il miglioramento delle strategie di contrasto.

Inoltre, questa tesi intende contribuire alla comprensione più ampia del fenomeno del terrorismo islamico, andando oltre le semplici narrazioni mediatiche e sfatando eventuali stereotipi e pregiudizi. Sarà data attenzione alla diversità delle motivazioni individuali e dei contesti socio-politici che possono favorire l'emergere del terrorismo, evitando di generalizzare eccessivamente e cercando di individuare sfumature e complessità all'interno del fenomeno.

Infine, si sottolinea che questa ricerca non si limita a una mera descrizione degli aspetti teorici e pratici del terrorismo islamico e delle contromisure adottate, l'obiettivo è anche quello di promuovere una riflessione critica sulle politiche di sicurezza nazionale, valutando l'efficacia, la proporzionalità e l'impatto di tali misure sulla società e sui diritti umani. Saranno inoltre esaminati i dilemmi etici e le sfide legate al bilanciamento tra sicurezza e libertà individuali, con l'obiettivo di contribuire a un dibattito informato e responsabile sulle strategie di contrasto al terrorismo islamico.

Attraverso questa approfondita indagine sul terrorismo islamico e i metodi di contrasto a livello nazionale, si auspica di contribuire al progresso nella lotta contro questa minaccia globale, promuovendo una maggiore consapevolezza, una migliore comprensione e una risposta più efficace da parte delle autorità competenti. Solo attraverso una conoscenza approfondita e una collaborazione internazionale, basate su principi di diritto e rispetto dei diritti umani, sarà possibile affrontare con successo il terrorismo islamico e preservare la pace e la sicurezza nel mondo contemporaneo.

 La Presente tesi è presso il CESVAM Centro Studi sul Valore Militare  Emeroteca

 iNFO: CENTROSTUDICESVAM@ISTITUTONASTROAZZURRO.ORG

 


 

venerdì 28 febbraio 2025

Ideologia Kharigita Tesi di Laurea Loris Sabato "Il Fenomeno del Terrorismo. Tipologie del Terrorismo Kharigiti "Ideologia kharigita. Ibadismo

 Master in “Terrorismo ed Antiterrorismo Internazionale ”

Il fenomeno del Terrorismo

 ANNO ACCADEMICO 2022/2023


Tipologie di terrorismo..

Kharigiti

Antecedentemente è stato studiato il fenomeno del terrorismo nel suo insieme, in questo paragrafo, invece, andremo ad analizzare uno “scisma” della religione islamica, il cosiddetto kharjitismo.

Per comprendere appieno il significato di questo termine è necessario comprendere la nascita di questo gruppo definibile come setta. Si inizia a parlare di kharjitismo durante il VII secolo, più precisamente in conseguenza della battaglia di Siffin nel 657 D.C o nel ṣafar 37E[1]. le motivazioni che portarono alla battaglia di Siffin sono individuabili nelle motivazioni della prima guerra civile islamica che vide contrapposti ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib, il califfo, e Muʿāwiya b. Abī Sufyān, wālī[2] di Siria. La guerra civile scoppia a causa del governatore di Siria, il quale richiedeva al nuovo califfo vendetta per l’assassinio del terzo califfo, il predecessore di ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib, suo parente. Il califfato di ʿUthmān b. ʿAffān, il terzo califfo, è un califfato che i cronisti islamici definiscono contradditorio, poiché divisibile in due fasi. Il suo califfato dura dodici anni, e come anticipato, viene diviso in due fasi, ambedue di una durata intorno ai sei anni, la prima fase viene osservata dal mondo islamico come una fase positiva e di buon governo mentre, invece, nella seconda fase iniziano le critiche al suo stile di governo con maggior riguardo al conferimento delle più alte cariche dello Stato. Infatti, egli venne accusato di nepotismo, cioè una tendenza, da parte del possessore dell’autorità, ad assegnare le cariche di rilievo ai propri parenti senza osservare se egli siano i più adatti a tale carica, anche se studi recenti hanno osservato che la tendenza di ʿUthmān b. ʿAffān all’assegnazione dei propri parenti alle alte cariche dello Stato derivasse dalle qualità all’interno del proprio clan (come, per esempio, la ricchezza e l’alfabetizzazione) e, inoltre, essi erano ritenuti più affidabili poiché legati da un vincolo di sangue.[3] La congiura ai danni di ʿUthmān b. ʿAffān inizia con un assedio alla sua residenza nella città di Medina da parte di uno schieramento politico opposto costituito in maggior parte da kufani, cittadini della città di Cufa[4], ed egiziani. L’assedio fu sciolto solo grazie ad un accordo tra il califfo e gli oppositori. La tregua derivante dal concordato non durò a lungo poiché rientrando in patria i congiurati intercettarono un messo califfale destinato al governatore dell’Egitto, il quale doveva consegnare il messaggio di non rispettare l’accordo appena siglato e di perseguire con l’uso della violenza i congiurati. Essi, allora, ritornarono sui loro passi e assediarono nuovamente il califfo, durante l’assedio, il 20 giugno 656 D.C, un manipolo di congiurati riuscì a entrare all’interno della residenza del terzo califfo e lo uccise. La tradizione vuole che il califfo fu assassinato mentre era intento a leggere il Corano, il quale si macchiò di sangue e fu inviato come prova per richiedere vendetta ad un suo parente, il governatore Muʿāwiya b. Abī Sufyān. È importante osservare che il congiurato che uccise il terzo califfo fu un partigiano di ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib, il successivo califfo. A questo punto risulta sempre più evidente l’inevitabilità del conflitto armato tra il nuovo califfo, ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib, e il governatore di Siria, oltre che parente, Muʿāwiya b. Abī Sufyān.

Come accennato, però, il termine kharjitismo, a questo punto della storia islamica, ancora deve essere impregnato del significato attribuitogli, poiché è solo a causa della conseguenza della battaglia che il termine acquisterà valore.

La battaglia di Suffin iniziò nel luglio del 657 D.C, dopo che Muʿāwiya b. Abī Sufyān rifiutò un concordato, e nei primi momenti di combattimenti sembra che il governatore di Siria stesse avendo la meglio sul neo-califfo, però, mentre il combattimento si fece più accesso le sorti della battaglia cambiarono e il governatore di Siria fu costretto a richiedere una tregua per effettuare un accordo, tregua che il califfo accettò. In questo preciso momento una parte dell’esercito del califfo ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib si trova in una situazione teologicamente complicata. Essi erano fermamente convinti che sia il califfo sia il governatore di Siria avessero ragione, poiché il califfo aveva il diritto di muovere guerra a chi rifiuta di eseguire i propri comandi e il governatore di Siria aveva ragione a richiedere vendetta per la morte, del suo parente e califfo, ʿUthmān b. ʿAffān. Inoltre, questa parte di esercito, era fermamente convinta che spettasse solo a Dio giudicare chi tra essi avrebbe avuto la meglio, da qui il loro “motto” lā ḥikma illā li-llāh, italiano: a Dio solo spetta il giudizio (ritengo opportuno ricordare che, come anticipato, l’esercito del califfo al momento della tregua era in netta superiorità sull’esercito del governatore di Siria).  Pertanto, durante la tregua, questa minoranza di esercito richiese al proprio reggente, il califfo, di ricominciare l’azione militare contro il governatore di Siria, alla risposta negativa del califfo ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib ne conseguì l’abbandono del campo da parte di una minoranza dell’esercito i cosiddetti khargiti, letteralmente coloro che si separano.

 

 Ideologia kharigita


La decisione dei kharigiti di separarsi dal resto dalla maggior parte dell’esercito del califfo ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib, come abbiamo visto, deriva da una riflessione teologica molto importante e, per quanto ne sappiamo, risulta essere la prima riflessione teologica fondamentale all’interno della religione islamica. È necessario comprendere che in quel periodo la religione islamica era una religione “nuova”, Maometto, profeta e fondatore della religione islamica, è morto nel 632 D.C., inoltre, è doveroso osservare che buona parte del merito dell’espansione di questa religione è merito del terzo califfo, ʿUthmān b. ʿAffān, il quale ha fatto trascrivere il Corano e ha così permesso che le nozioni della religione islamica fossero trasportabili ed uguali per tutti i mussulmani. Come ultima osservazione per comprendere a pieno le motivazioni che sono alla base dell’ideologia kharigista è che il quarto califfo, ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib, fu designato come califfo in virtù del rapporto di parentela con il profeta, egli infatti era cugino e genero di Maometto.

Come osservato in precedenza, la decisione dei kharigiti di separarsi nasce dal rifiuto del califfo di proseguire l’azione militare contro il suo avversario Muʿāwiya b. Abī Sufyān, è dunque una decisione fondamentale e quasi definibile spontanea, poiché successivamente all’abbandono del campo militare i kharigiti si sono dovuti accampare nella città di Harūra per organizzarsi e decidere come comportarsi. Le discussioni effettuate ad Harūra si basano su diverse tematiche:

·         la “definizione” del mussulmano;

·         la “definizione” dell’apostata;

·         con quale fazione schierarsi.

I kharigiti trovarono una soluzione a tutte le tematiche sopra riportate. Per quanto riguarda il primo punto il mussulmano è semplicemente il credente che rispetti le regole di Dio, regole molto severe e ferree che porteranno, come vedremo meglio successivamente, il kharigitismo a rimanere un “movimento” molto minoritario e marginale. Il secondo punto fu risolto anch’esso, immaginiamo, abbastanza facilmente: l’apostata è colui che non rispetta le regole di Dio e in quanto murtadd (letteralmente apostata) può essere ucciso impunemente da chiunque (per fare un paragone possiamo immaginare alla persecuzione dei nemici dello Stato nell’Antica Roma). Il punto più complicato da risolvere fu quello di decidere da che “parte” schierarsi. I kharigiti erano, infatti, convinti che non rispettare un ordine diretto del califfo in carica era un grave errore e che fosse sufficiente per essere definito apostata, quindi, secondo l’ideologia kharigita, Muʿāwiya b. Abī Sufyān poteva essere ucciso impunemente in quanto “cattivo” mussulmano. I kharigiti, però, erano altrettanto convinti che il califfo dovesse essere designato in base alle proprie capacità di buon mussulmano e non in base alle sue parentele. Inoltre, è doveroso osservare che ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib si trovava in guerra poi che accusato di essere il mandante dell’assassinio del terzo califfo e che i kharigiti hanno abbandonato il l’accampamento militare poiché il quarto califfo ha deciso di non lasciare a Dio la decisione su chi dovesse avere la meglio tra se stesso e il governatore di Siria. Tutto ciò porto i kharigiti a ritenere che anche il califfo fosse un murtadd e che non potevano schierarsi al fianco di un apostata.

I kharigiti, quindi, abbandonarono Harūra avendo maturato l’ideologia secondo cui è necessario rispettare categoricamente le regole scritte nel Corano (il che porto i kharigiti ad una vita dedicata al puritanesimo morale, rifiutando sostanze alcoliche, la musica e tutti lussi e gli agi di una vita lussuosa)[5] ed è altrettanto compito dei buoni mussulmani eliminare i murtadd, nel caso specifico del califfo ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib (che, inoltre, viene identificato come primo imam sciita) e del governatore di Siria Muʿāwiya b. Abī Sufyān (appartenente al clan che verrà successivamente indicato come sunnita). Ciò significa che a venticinque anni dalla morte del profeta Maometto la religione islamica si è tripartita nelle due divisioni più famose: sciiti e sunniti e nell’ultima fazione ben meno conosciuta i kharigiti.[6]

 

 

Ibadismo

 Come anticipato precedentemente, i kharigiti seguono un modello di vita di puritanesimo morale per il quale ritengo i mussulmani non kharigiti dei non mussulmani dei kāfir (letteralmente: colui che non crede o miscredente) e, come precedentemente analizzato, un miscredete viene ritenuto un murtadd, cioè una persona che può essere uccisa impunemente. Inoltre, come detto, i kharigiti, ormai erano in conflitto aperto sia contro l’esercito del quarto califfo sia contro le truppe del governatore di Siria, in quanto uno dei loro obbiettivi principali era eliminare entrambi. Nel 658 D.C. ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib fu costretto a muovere guerra ai kharigiti prima di poter colpire nuovamente Muʿāwiya b. Abī Sufyān. Lo scontro tra l’esercito del califfo e i kharigiti avvenne a Nahrawān, tra Baghdad e l’odierna Wasit, la battaglia si risolse con una grande vittoria per ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib e conseguentemente una strage dei kharigiti. Questa battaglia risulta fondamentale più per le sue conseguenze che per la soluzione della guerra. Infatti, i kharigiti riuscirono a vendicarsi del califfo qualche anno più tardi. Nel 661 D.C., infatti, Abd al-Rahmān ibn Muljam riuscì ad aggredire ed assassinare il califfo, durante il mese di ramandan, mentre quest’ultimo era intento ad entrare all’interno della moschea di Cufa[7] (per gli storici è realmente complicato comprendere cosa sia realmente accaduto quel giorno poiché ogni fazione ha riportato l’evento in maniera diversa. Da quanto raccontano gli scritti sciiti l’evento ha forti caratteristiche che rimandano ad un martirio, affermazioni aspramente contestate dagli scritti sunniti, e allo stesso per i kharigiti il martire dell’evento è l’assassino del califfo, il quale ha deciso, a discapito della sua stessa vita, di assaltare il califfo, dai kharigiti considerato un murtadd, e di trafiggerlo con una spada intrisa di veleno). Le ripercussione dell’evento furono tali che, uniti al terrore creato con i continui assassini politici effettuati dai kharigiti[8], i clan che componevano i kharigiti si sono rapidamente estinti. Ad oggi solo un clan dei kharigiti è ancora in vita, i kharigiti ibaditi.

I kharigiti ibaditi rappresentano, come detto, l’ultima presenza dei kharigiti, essi sono allo stesso tempo lontani e vicini all’ideologia puramente kharigiti, precedentemente definita. La differenza sostanziale rispetto agli altri gruppi kharigiti è il ripudio della violenza, il che rende completamente diverso il trattamento dei mussulmani non kharigiti. Come affermato in precedenza la grande maggioranza dei gruppi kharigiti identifica gli altri mussulmani con il termine kāfir, cioè miscredente, il che significa che potevano essere uccisi senza alcuna ritorsione mentre, invece, i kharigiti ibaditi identificano gli altri mussulmani come kuffār al-niʿma, letteralmente coloro che rinnegano la grazia di Dio, però per gli ibaditi ciò non significa che possano essere uccisi impunemente. Inoltre, a differenza degli altri gruppi kharigiti, gli ibaditi, in generale, non hanno problemi nel pregare insieme ad altri mussulmani, così come mangiare e sposarsi. Però, in generale, secondo l’ideologia ibadita, un vero mussulmano kharigita ibadita deve tenere un comportamento fedele alle seguenti tre regole:

·         walāya, rappresenta un comportamento amichevole con tendenza all’unità con tutti i “veri” credenti, cioè i mussulmani kharigiti ibaditi e gli imām ibaditi;

·         barāh, rappresenta un comportamento di distacco ed ostile, ma mai violento, nei riguardi di coloro che sono destinati all’inferno, cioè peccatori, miscredenti e non mussulmani;

·         wuqūf, rappresenta un comportamento singolare di sospensione dovuta unicamente alla situazione religiosa non ancora definita dell’individuo con cui ci si relaziona.

È importante osservare che gli ibaditi riuscirono a creare un impero la cui massa espansione fu raggiunta tra il 761 D. C. e il 909 D. C. comprendendo la maggior parte dell’Africa Settentrionale. I motivi della sua vasta espansione sono da individuare nella ideologia ibadita stessa, essa, infatti, prevede che non vengano fatte distinzioni di alcuni tipo per razze ed etnie, inoltre, consentiva, a differenza dell’ideologia sunnita e sciita[9], di avere un imām per regione.  Ad oggi, però, un solo Paese possiede una maggioranza di fedeli ibaditi, l’Oman (esistono però delle comunità ibadite all’interno di diverse regioni in diversi Paesi come l’Algeria, la Tunisia, Zanzibar e la Libia).[10]

 

La Tesi completa è presso il CESVAM Centro Studi sul Valore Militare Emeroteca 

Info:centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org



[1] La data nel calendario islamico

[2] Il termine utilizzato all’epoca per identificare il governatore di un’ampia porzione di territorio di uno Stato.

[3] G. Larsson, Medieval Islamic Historiography: Remembering Rebellion, University of Gothenburg, Sweden, 2014.

[4] Situata nell’attuale Iraq.

[5] H. Mohamed Belhatti, Marocco: storia, economia e risorse, società e tradizioni, arte e cultura e religione, edizioni Pendragon, 2000, Bologna.

[6] R. Roni, Mantua Humanistic Studies, Volume VII, UNIVERSITAS STUDIORUM, 2020, Mantova.

[7] note di Michael G. Morony, The History of al-Tabari, Vol. XVII The first civil war, State University of New York Press, Albany, N.Y., 1987.

[8] Strumento ampiamente utilizzato dai gruppi kharigiti, poiché ritenuto, oltre che utile, doveroso nei confronti di Dio e impunibile.

[9] Sostengono che sia fondamentale possedere un’unica guida dei credenti.

[10] note di Michael G. Morony, The History of al-Tabari, Vol. XVII The first civil war, State University of New York Press, Albany, N.Y., 1987.

giovedì 20 febbraio 2025

Tesi di Laurea. Daniele Muzzoli " Dal terrorismo al conflitto ibrido: l'evoluzione militare dell'ISIS." Premessa

 Master di I Livello in “Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi

” Dal terrorismo al conflitto ibrido: l’evoluzione militare di ISIS 

  ANNO ACCADEMICO 2021/2022


 PREMESSA

 La tesi ha lo scopo di presentare il processo evolutivo che venne compiuto, sotto l’aspetto paramilitare, dall’organizzazione non-statale autoproclamatasi “Stato Islamico”1 (meglio conosciuta dall’opinione pubblica e dai mass media occidentali con l’acronimo di “ISIS”2), processo che si sviluppò nell’ambito delle violente insorgenze irachena, prima, e siriana, poi (per una definizione più puntuale del soggetto trattato, si rimanda al seguente “Capitolo I”). Nello specifico, la tesi si pone l’obbiettivo di descrivere ed analizzare, da un punto di vista operativo e tecnico-militare, la metamorfosi strutturale attuata dallo “Stato Islamico”: ovvero come un gruppo terroristico, non particolarmente cospicuo in termini numerici ed attivo all’interno di uno scenario assai variegato e complesso quale era l’insorgenza irachena, in circa un decennio sia riuscito a trasformarsi in un aggressivo attore parastatale, capace di controllare effettivamente un territorio così esteso e di contrapporsi, efficacemente e per diverso tempo, a preponderanti forze armate convenzionali. Conseguentemente, il fulcro della tesi è incentrato sull’esaminare strategia, organizzazione, tattiche, tecniche e procedure operative, progressivamente implementate dalla componente militare del gruppo nel corso degli anni, senza troppo addentrarsi nell’analisi delle peculiari dinamiche sociali, economiche, politiche o geopolitiche del contesto mediorientale (aspetti sicuramente altrettanto importanti ma che, per la loro complessità e vastità, meriterebbero interi studi appositamente dedicati). Circa i limiti spaziali dell’argomento in oggetto, considerando quanto sopra espresso, questi interessano in maniera pressoché esclusiva il territorio iracheno (principalmente) e siriano (secondariamente), con contenuti accenni al network globale dello “Stato Islamico” ed agli attacchi terroristici sul suolo europeo (funzionali, più che altro, alla propaganda ed alla strategia comunicativa dell’organizzazione, che non ad un vero disegno operativo dai risvolti pratici, nonostante la loro brutalità e il devastante impatto psicologico sulla popolazione occidentale). Per quanto riguarda la delimitazione temporale, le vicende trattate si sviluppano sostanzialmente tra il 2003 ed il 2017 (con minimi cenni alla situazione nel lustro seguente). La struttura della tesi tende a rispettare un ordine cronologico, riferito al periodo appena citato: fa eccezione parte del “Capitolo I” che, volendo agevolare la lettura già presentando a premessa obbiettivi e strategia dello “Stato Islamico” declinati nel tempo, necessariamente avrà un respiro maggiormente ampio e, a tratti, anticipatorio delle analisi successive. 1 Pur avendo scelto, per il titolo della tesi, l’appellativo maggiormente evocativo tra tutti quelli man mano adoperati dal gruppo (ovvero, “ISIS”), all’interno del testo si cercherà di utilizzare sempre l’esatta denominazione dell’organizzazione, con riferimento a quella in vigore nel momento contingente. 2“Islamic State of Iraq and Syria” è la traduzione, in lingua inglese, della denominazione adottata dal gruppo nel biennio 2013-2014 e che lo contraddistingueva al momento in cui irruppe nello scenario mondiale. 


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lunedì 10 febbraio 2025

Rivista QUADERNI N. 4 del 2024 Ottobre - Dicembre 2024 N. 34° della Rivista

 


Nota redazionale:

 

Ultimo numero dell’anno 2024, riporta, dopo l’editoriale, l’intervento di presentazione del Calendari0 Azzurro del 2025 dedicato al Valore Militare nella Guerra di Liberazione da parte di Antonio Vittiglio. LO stesso Calendario, creato e predisposto da Antonio Daniele nella sua interezza tipografica.

 

Il Mondo da cui viviamo, la Memoria, in Approfondimenti, Giorgio Madeddu pone alla attenzione generale le sue ricerche in merito alle prime Medaglie al Valore Militare del Regno di Sardegna, sostenendo tesi tanto originali quanto documentate. In Dibattiti, affronto il tema dei Rapporti tra il partito d’Azione ed il partito comunista in piena Guerra di Liberazione, con materiali per approfondire i variegati apporti della sinistra italiana nella nascente democrazia repubblicana. Osvaldo Biribicchi, in Dibattiti, tratta di un argomento dedicato alla Resistenza nell’Alto Lazio con testimonianze di chi allora protagonista degli eventi. In Archivio, Marco Maria Contardi ci illustra, dal punto di vista architettonico, come l’Esercito Italiano curi il patrimonio artistico ereditato dalle scelte derivanti dalle Leggi Siccardi del 1854. Questa parte, infine, si conclude con l’intervento di Davide Corona con un articolo sulla Guardia alla Frontiera, il Corpo confinario esisto dal 1933 al 1946.

 

Il Mondo in cui viviamo, la realtà d’oggi, porta. In “Una Finestra sul Mondo” un contributo di Nicolò Paganelli, utilizzando il sistema parametrale, dedicato a Cuba, mentre Massimo Dionisi, in Geopolitica delle Prossime Sfide, ci proietta già nel nuovo anno con le eventuali minacce che il Giubileo 2025 innesca come derivazione dei conflitti sia nel Mediterraneo che nella instabilità del Sahel. In chiusura, in Scenari, Regioni, Quadranti, tre carte commentate in merito ai rapporti tra Cina e Russia, ed alla presenza di questa in Africa. Le rubriche di chiusura rispecchiano la tradizione della Rivista. Infine da notare che, come conclusione dei 10 anni del CESVAM (25 settembre 2014 -25 settembre 2024) la II e la III Pagina di Copertina della Rivista riporta la Presenza del CESVAM in Rete e l’elenco delle pubblicazioni attivate. Un augurio migliore per questa data anniversaria non ci si poteva aspettare.

(massimo coltrinari, direttore del CESVAM – Centro Studi sul Valore Militare)

 

 

I Pagina di  Copertina. “Medaglia del Decennale della Fine della Prima Guerra Mondiale (1928).Opera dello scultore Aurelio Mistruzzi, reca l’immagine  di “Roma communis Patria” e nel verso, l’apoteosi glorificatrice del Milite Ignoto

 In base ad un accordo con la S.I.A.M. 8Societa Italina per l’Arte della Medaglia riservò integralmente tutti gli utili della vendita di detta Medaglia a favore dell’Istituto del Nastro Azzirro.

IV di Copertina: I Libri del Nastro Azzurro.


lunedì 20 gennaio 2025

Attivazione Canale You Tube ISTITUTO NASTRO AZZURRO. CESVAM

 


 Giovedi 8 Gennaio 2025 è stato aperto il Canale You Tube dedicato all'Istituto del Nastro Azzurro. Al momento sono previsti interventi settimanali volti a spiegare l'essenza dell'Istituto, ovvero la descrizione  dell'Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al Valor Militare basato sul Manifesto del Centenario, che riporta "Cosa è stato cosa è  casa fa e cosa farà" in sedici quadri


 Titolo: ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM 

venerdì 3 gennaio 2025

INFOCESVAM N. 6 Novembre - Dicembre 2024

 


INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO XI, 59/60, N. 6, Novembre - Dicembre 2024, 1 gennaio 2025

XI/6/926 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XI anno di edizione, 6 il bimestre di edizione di INFOCESVAM, 926 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento.

XI/6/927 – Progetti 2024/1 – Tema “Monte Marrone La prima Vittoria del Corpo Italiano di Liberazione: 31 marzo 1944 – 10 aprile 1944. Il suo significato strategico presso gli Alleati. 80° anniversario 1944 - 2024.Sono stati raccolti i materiali iconografici e le carte di riferimento. Fase Manoscritto 2

XI/6/928 – La Presidenza Nazionale con circolare apposita ha chiesto ai Soci eventuali candidature per le cariche istituzionali. La Circolare è stata inoltrata a tutti i componenti del CESVAM. I criteri per eventuali candidature come Rappresentanti del Cesvam sono: residenza a Roma; disponibilità di tempo almeno di 9 ore settimanali; capacità di lavoro e di realizzazione di ricerche/progetti di livello post universitario.

XI/6/929 – Il 9 dicembre 2024 a Bologna è stato presentato il 1 volume “Storia Militare della Guerra Russo-Ucraina.1917 -2014 Volume I, Palladium Edizioni, 2024. Autori Giovanni Cecini e Mirco Campochiari.

XI/6/930 – Progetto 2017/2 I soldati Italiani sulla testa di ponte di Anzio. Volume I Pubblicato. Volume II. Manoscritto 5 – in fase di completamento la revisione del testo generale.

XI/6/931 – La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in Storia Militare Contemporanea si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 6 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XI/6/932 – Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 1 riferito ai volumi del progetto 2020 e Progetto 2022 dedicati agli Ordinamenti. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/933 - Progetto 2021/1 Volume II Titolo: Africa Orientale Italiana. L’organizzazione Militare e la difesa dell’Impero. La Figura del Duca d’Aosta. Predisposta la parte militare. Bibliografia. In sviluppo il Capitolo dedicato al Duca d’Aosta. Fase Manoscritto 5

XI/6/934 - Progetti 2024/4 – Tema “Le Fosse Ardeatine. L’ordine è stato eseguito. I Decorati al Valore Militare e la Memoria. 80° anniversario 1944 -2024 Contributo al progetto è stato chiesto all’amico Aladino Lombardi, che ha assicurato di mettere a disposizione il suo archivio provato. Fase Manoscritto 2

XI/6/935 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in “Politica Militare Comparata dal 1945 ad oggi” Dottrina, Strategia, Armamenti si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 5 candidati. Anche i laureati di questo Master hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XI/6/936 - Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 2 riferito ai volumi del progetto Università. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/937 – Club Ufficiali Marchigiani. Il tradizionale scambio di auguri si è tenuto presso la Casa dell’Aviatore, a Roma il 7 dicembre u.s. Nell’occasione è stato fatto il punto del Progetto 2022/2 Libano sulla raccolta delle testimoniane sulle Missioni di Pace.

XI/6/938 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in “Terrorismo ed antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani Mezzi” si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 9 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master) ed anche con le attività connesse al Canale You Tube diretto dal Dr. Giovanni Cecini.

XI/6/939 - Progetto 2021/1 – Volume I Titolo Africa Orientale Italiana. L’Impero Tra realtà e propaganda. Raccolta la monografia. Fase: Manoscritto 5

XI/6/940 - Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 3 riferito ai volumi del progetto 2016/2 Dizionario minimo della guerra di liberazione 1943-1945. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/941 – L’esame finale del Corso di approfondimento e specializzazione. in “Terrorismo ed Anti Terrorismo internazionale si è tenuto il 25 novembre 2024. (www.unicusano.it/master)

XI/6/942 –Progetto 2023/2 Divulgazione. È stato edito il Catalogo delle Edizioni a Stampa 2021 – 2014 del Centro Studi sul Valore Militare – CESVAM Riporta in 24 pagine con note tutte le 51 pubblicazioni che hanno visto la luce in questo decenni. Distribuzione gratuita. Richiedere a: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/943 – Blog www.ilregnodelsud.blogspot.com. ha completato al 31 dicembre 2024 tutte le sue pubblicazioni per l’anno solare 2024

XI/6/944 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 febbraio 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 1 del 2025.  

XI/6/945 – Il 31 dicembre 2024 termina la II sessione del CESVAM e l’anno solare. Ciò vuol dire che in base allo Statuto e Regolamento del CESVAM terminano tutte le collaborazioni in essere di tutti i Collaboratori Ricercatori ed Associati.  Con il mese di gennaio 2025 saranno rinnovate le ricerche in corso che si crede utile continuare e quindi i contatti con tutti gli interessati.

XI/6/946 - Progetto 2023/2 Divulgazione. Segnalibro. È stato edito il Segnalibro n. 4 riferito ai volumi del progetto 2020 Ordinamenti (Volume 2° Tomo I, Tomo II, Tomo III, Tomo IV. La distribuzione è gratuita. Contatti: editoria.cesvam@istitutonastroazzurro.org

XI/6/947 – Del precedente bollettino N.5/2024 esistono due edizioni. La prima, integrale, pubblicata su tutte le filiere informatiche in essere. La seconda sulle pagine CESVAM del Periodico.

XI/6/948 -. La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in “Storia Militare Contemporanea Dal 1973 al 1960 si è tenuta il 25 novembre 2024. Si sono laureati 5 candidati. Anche i laureati di questo Master hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master). In particolare con la collaborazione alla Rivista QUADERNI

XI/6/950 -- Prossimo INFOCESVAM (gennaio - febbraio) sarà pubblicato il 1 marzo 2025. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari)

martedì 31 dicembre 2024

Antonio Almonte. Tesi di Laurea

                                                                           Master

in

“Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”

 Anno Accademico 22-23

“IL MOVIMENTO DI AL SHABAAB IN SOMALIA: TRA JIHADISMO INTERNAZIONALE E DINAMICHE LOCALI”



Nascita ed evoluzione del movimento terroristico

Molti ideologi jihadisti, all’inizio del secolo, provenienti da quasi tutte le parti della Somalia hanno istituito una serie di incontri segreti a Mogadiscio per formare una nuova organizzazione jihadista con il nome di Harakah-Al-Shabaab Al-Mujahideen[1]. Al-Shabaab, il cui nome dovrebbe risalire al 2004, è un gruppo militare legato ad al-Qaeda ed è inserito dagli Stati Uniti nelle organizzazioni terroristiche. L’organizzazione trova la sua prima strutturazione dalla divisione delle fazioni islamiche radicali interne all’Unione delle Corti islamiche (UCI), a seguito della sconfitta subita da parte del Governo Federale di Transizione (GFT). Nel dicembre 2006 l’invasione etiope della Somalia ha trasformato Al-Shabaab, che fino a quel momento era una piccola fazione di un movimento islamico, nel più potente e radicale gruppo armato del paese. Il suo obiettivo è la creazione di uno stato islamico-fondamentalista in Somalia. Dal 2002, Al-Shabaab ha avuto un notevole impatto a Mogadiscio, in quanto ha ucciso giornalisti, funzionari del governo di transizione, operatori umanitari; ha derubato aziende come i trafficanti di Khat[2] ed ha rapidamente accumulato reclute e armi. Il gruppo AS si è affermato all’interno di tutto il paese, ed è riuscito a diventare l’unico gruppo jihadista amato in Somalia entro la fine del 2011; il leader di allora, Ahmed Godane, utilizzando la sua abile esperienza manageriale ha costruito un governo ed una macchina militare parzialmente efficaci. In seguito, il movimento ha iniziato una traiettoria discendente a causa della pressione adottata dal governo somalo e dai suoi alleati, procurando la perdita di gran parte della città di Mogadiscio. Successivamente i problemi continuarono ad aggravarsi seguiti dalla perdita di altri territori fino a quando, nel 2015, la situazione torna a stabilizzarsi, favorita anche dalla spirale discendente del governo somalo. Nel luglio-agosto del 2010, durante il Ramadan, Al-Shabaab era giunto quasi al suo apice del potere ed aveva deciso di prendere in mano Mogadiscio e mettere fine alla guerra che interessava il sud della Somalia. Il piano ha lanciato l’Operazione “fine degli aggressori”; l’altro gruppo jihadista di Hizbul Islam prese parte all’attacco ma entrambi hanno subito delle perdite pesanti e non hanno ottenuto molti guadagni. Tale sconfitta ha provocato delle lotte tra e all’interno di questi gruppi, protratte nel tempo; sono aumentati gli attacchi nei confronti del leader di Hizbul Islam e ciò ha portato alla fusione del gruppo con quello di Al-Shabaab nel 2011. L’AS formatosi dopo tale fusione si è spostato verso il campo internazionalista, nonostante ciò, da un lato abbia consolidato l’influenza degli estremisti, dall’altro lato ha diluito il potere di Godane; in quanto i suoi rivali sembrerebbe abbiamo pubblicato dei messaggi online riguardanti le sue pratiche dittatoriali e crudeli minando così la sua legittimità. Tutto ciò ha contribuito a dare inizio ad una epurazione interna del 2013 che ha visto l’eliminazione, da parte di Godane, di quasi tutti i suoi oppositori e i loro sostenitori attraverso la reclusione o l’esecuzione. Durante tale esecuzione, eliminò il Consiglio della Shura non rendendosi in questo modo responsabile nei confronti di nessuno. Nel 2014, con la morte di Godane, Al-Shabaab si è trovato a dover affrontare maggiori lotte; la sua morte ha fatto emergere dei sospetti su alcuni alti dirigenti, tra cui quello di Mahad Karate essendo stata l’ultima persona ad aver avuto contatti con Godane. Nel 2014 fu nominato nuovo emiro di Al-Shabaab, Ahmed Dirie Abu Ubayda; egli si dimostrò spietato come Godane e continuò con le stesse sue politiche; moltissimi membri furono arrestati e giustiziati in prigioni segrete[3]. La nascita dello Stato Islamico nel 2015 in Somalia ha messo a dura prova le capacità di leadership di Dirie; il suo mandato è stato quello di garantire ciò che Godane ha costruito ed egli sembra essere stato in grado a salvare più volte il gruppo dalla disintegrazione. La guerra contro Al-Shabaab è in situazione di stallo dal 2015; il gruppo nel 2018 controlla il territorio in 11 delle 18 regioni somale e parti della costa del Kenya. La maggior parte delle città principali della Somalia meridionale sono assediate dal gruppo e gli abitanti sono costretti a rifugiarsi nel territorio di Al-Shabaab per la fame e per l’aumento delle tasse. AS è interessata a continuare questa situazione di stallo, tentando di prolungare la guerra aspettandosi di logorare i sostenitori internazionali del governo somalo; tale strategia però si sta ritorcendo contro il gruppo in quanto sta perdendo i propri membri a causa della stanchezza della guerra. Il gruppo di Al-Shabaab ha diffuso voci secondo cui l’AMISON lascerà il paese nel 2018; la lunga pausa nell’offensiva contro il gruppo ha permesso ad AS di reclutare, addestrare e dispiegare truppe nel sud e nel centro della Somalia e inviare truppe già addestrate nel nord-est del paese. Solamente alcune operazioni di interruzione da parte delle forze speciali somale e gli attacchi aerei riusciranno ad impedire ad AS di espandersi per tutto il territorio. Nel 2016 il governo federale ha creato l’Unità per l’integrità finanziaria ed ha approvato la legge antiriciclaggio ma, nonostante ciò, il gruppo continua a godere della libertà finanziaria, è in grado di attraversare i posti di blocco ed entrare nelle aree di proprietà del governo. Oggi il gruppo è ancora presente nelle regioni meridionali della Somalia, ma l’invasione delle truppe kenyote ha spinto la maggior parte dei miliziani verso nuovi fronti, come lo Yemen dove è già forte la presenza di al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQPA).  È necessaria una notevole strategia per rimuovere Al-Shabaab dalle aree che sono sotto il suo controllo; una strategia potrebbe essere quella di mirare alle strutture di formazione in modo tale da prevenire l’indottrinamento di nuove reclute. Sulla base dell’attuale clima politico in Somalia, risulta improbabile riuscire ad ottenere una vittoria contro il gruppo nei prossimi anni, salvo un’altra epurazione interna imprevista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Ali Adeer (membro e fondatore di Al-Shabaab) nel debriefing della NISA, gennaio 2013.

[2] Khat: termine che indica un arbusto fiorito sempreverde coltivato in Africa orientale e nella penisola, il khat si presenta confezionato in mazzetti di foglie avvolti in foglie di banana. Fonte: antidroga.interno.gov.it

[3] Estratto ripreso da un’intervista di un membro dell’ex polizia di Al-Shabaab, dicembre 2018.


sabato 21 dicembre 2024

CALENDARIO OCCIDENTALE

  Nel mondo occidentale 

 è prassi in questo periodo 

 scambiarsi gli Auguri  per il Santo Natale e l'Inizio dell'anno nuovo

nel rispetto di ogni credenza e cultura 

si formulano gli auguri di Buone Feste a coloro che appartengo al mondo occidentale

 e a tutti gli altri un Augurio di pace e  serenità e comprensione reciproca 

affinchè gli estremisti di qualsiasi natura non abbiamo a dominarci

martedì 10 dicembre 2024

Tesi di Laurea Antonio Di Placido Il Contributo dell'Esercito Italiano alle Missioni Nato degli anni 2000. Indice e Premessa

  Master I Livello in

“Politica Militare Comparata dal 1945 ad Oggi”

Dottrina, Strategia, Armamenti


IL CONTRIBUTO DELL’ESERCITO ITALIANO ALLE MISSIONI NATO DAGLI ANNI 2000

 

 ANNO ACCADEMICO 2022/2023

   Iraq: operazione Antica Babilonia                                                                             

Inserita nell’ambito della cosiddetta “guerra al terrorismo”, il 30 marzo 2003 ebbe inizio l’operazione Iraqi Freedom da parte delle forze armate statunitensi, che eseguirono massicci attacchi aerei sul palazzo presidenziale e contro obiettivi militari[1].

Avviata a seguito della violazione della risoluzione numero 1441 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che proibisce lo stoccaggio e l’importazione di armi di distruzione di massa, l’operazione vide coinvolti poco meno di trecentomila soldati britannici e statunitensi che riuscirono rapidamente a sopraffare le forze armate locali, tanto che Baghdad cadde dopo solo cinque settimane dall’inizio dell’operazione[2].

Dopo la capitolazione del regime di Saddam Hussein[3], si verificò l’afflusso in Iraq di un elevato numero di combattenti che, ispirati dalla jihad proclamata dal leader di Al Qaeda Osama Bil Laden, nei mesi successivi la fine del conflitto condussero numerosi attentati contro le truppe statunitensi; inoltre, il vuoto di potere, dovuto alla caduta del regime di Saddam Hussein, provocò una guerra civile tra le tribù sciite e quelle sunnite presenti all’interno del martoriato Paese[4].

In questo scenario, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU sollecitò la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità e alla sicurezza dell’Iraq, emanando la risoluzione num 1483 del 22 maggio 2003[5]. Su tale base normativa, il Parlamento italiano autorizzò il dispiegamento di un contingente italiano necessario a concorrere, con gli altri Paesi della coalizione, a garantire una cornice di sicurezza essenziale per un aiuto effettivo e serio al popolo iracheno e contribuire con capacità specifiche alle attività di intervento più urgenti nel ripristino dei servizi essenziali[6].

Il dispiegamento dell’advance party dell’operazione ribattezzata Antica Babilonia avvenne nel giugno del 2003; nel corso della missione si sono avvicendanti circa trentamila soldati italiani, con un impiego massimo di tremiladuecento uomini per turno schierati nella provincia di Dhi Qar[7] [8].

L’operazione Antica Babilonia faceva parte della forza di stabilizzazione internazionale costituita da più di venti Paesi, i cui contingenti agivano sotto l’egida dell’ONU[10].

Nell’ambito della missione, all’Italian Joint Task Force[11] furono assegnati i seguenti compiti:

·         creazione e mantenimento della necessaria cornice di sicurezza;

·         concorso al ripristino d’infrastrutture pubbliche e alla riattivazione dei servizi essenziali;

·         concorso all’ordine pubblico e alla formazione delle forze di sicurezza locali;

·         Polizia militare;

·         concorso all’attività di sminamento[12].

 

La tabella riassume le attività svolte a favore della popolazione e delle istituzioni locali da parte dei soldati dell’Esercito Italiano[13].


La presenza de contingente italiano in Iraq fu legittimata da un’ulteriore risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la numero 1546 dell’8 giugno 2004, la quale auspicava l’inizio di una nuova fase di transizione, con l’assunzione della piena responsabilità e autorità del Governo Iracheno di Transizione e la nascita di un governo democraticamente eletto dalla popolazione irachena[14].

Con il passaggio di responsabilità della sicurezza della provincia di Dhi Qar alle legittime autorità irachene, avvenuto il 21 settembre 2006, iniziò il ripiegamento del contingente italiano, mentre il successivo 6 novembre la base italiana di Camp Mittica fu ceduta alle unità del ricostituito esercito iracheno.

La fine della missione è stata sancita il 1° dicembre del 2006, con la cerimonia dell’ammaina Bandiera svoltasi a Nassirya alla presenza del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore della Difesa[15].

 L’impiego operativo in Iraq, conclusosi nell’arco di circa tre anni, è costato la vita a trentanove Italiani, di cui trentadue militari caduti in azione, attacchi o incidenti e sette civili.

 

 



[1] www.history.navy.mil

[2] www.uniba.it

[3] Saddam Hussein Adb al-Majid al-Tikriti (1937 – 2006) all’età di 19 anni si rifugiò in Egitto dopo aver partecipato ad un tentativo fallito di assassinio. Tornato in Iraq a seguito del colpo di Stato del 1963, fu arrestato l’anno successivo, ma riuscì ad evadere nel 1968, contribuendo al colpo di Stato realizzato dal partito Ba’th, rivestendo in seguito il ruolo di vicepresidente del Consiglio del Comando Rivoluzionario. Nominato generale dell’esercito iracheno nel 1976, a seguito delle dimissioni del presidente Ahmed Hasan fu nominato Presidente della Repubblica nel 1979. Sotto la sua presidenza si combatterono la guerra Iraq-Iran e la guerra del Kuwait. A seguito dell’invasione statunitense, fu catturato nel dicembre del 2003 e consegnato al neonato governo di transizione iracheno. Processato per la strage di Dujail del 1982, in cui morirono circa centocinquanta sciiti, fu condannato a morte, con pena eseguita il 30 dicembre 2006. www.sapere.it

[4] www.history.navy.mil

[5] www.digitallibrary.un.org

[6] www.difesa.it

[7] Il governatorato di Dhi Qar è una delle diciotto province dell’Iraq. Posizionata al sud del Paese, il centro principale è costituito dalla città di Nassirya, con una popolazione di oltre seicentomila persone.

[8] Informazioni della Difesa, num 1 del 2007 pag. 13

[9] www.esercito.difesa.it

[10] www.leg15.camera.it

[11] Il contingente italiano fu posto alle dipendenze della Multinational Division South-East a guida britannica.

[12] Informazioni della Difesa, num 1 del 2007 pag. 14

[13] Rapporto Esercito 2005, Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2005, pag. 72

[14] Rapporto Esercito 2004, Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2004, pag. 60

[15] Informazioni della Difesa, num 1 del 2007 pag. 13

[16] Rapporto Esercito 2006, Litotipografia dello Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 2006, pag. 95