Salvatore Li Causi*
Dopo 15 anni di combattimenti, che avevano martoriato una
nazione e innumerevoli atrocità commesse da entrambe le parti, il 13 ottobre
1990 terminò ufficialmente la Guerra civile in Libano, con un bilancio di più
di 150.000 morti fra civili e militari.
Un aspetto rilevante
della guerra civile libanese, tanto quanto la questione tra Israele e
Palestina, fu rappresentato dalla presenza siriana nella valle di Beqaa,
iniziata nel 1976 e proseguitati per l’intera durata del conflitto, che terminò
con l’occupazione definitiva per effetto degli Accordi di Ta’if nel 1989.
Nel 1975 erano note le divisioni all’interno della comunità
religiose libanese, soprattutto tra maroniti e musulmani, che accentuarono lo
scoppio della Guerra civile.
Inoltre, sempre in base alle confessioni venivano divisi i
seggi Parlamentari, gli alti gradi delle funzioni pubbliche e dell’Esercito.
La comunità sciita, concentrata nel sud del Paese e nella
valle della Bekaa era prettamente rurale,
organizzata su modello tribale e guidata dai capi tribù,gli z’uama non aveva alcuna voce in capitolo
nell’amministrazione dello Stato.
La popolazione sciita è quella che più di tutte subisce le
conseguenze dei raid israeliani contro le basi dell’OLP, insediatesi in Libano
nel 1970 dopo il Settembre Nero.
Nel 1959 l’Imam
Moussa Sadr torna a Beirut, diventa il
leader della comunità sciita, acquisendo il ruolo di “padre spirituale”;
inoltre, ottiene il sostegno del presidente siriano Hafez al Assad, che
appartiene alla setta alawita (una piccola minoranza in Siria).
Gli alawiti, non sono
riconosciuti ufficialmente come confessione sciita, ma grazie a Moussa Sadr
,tramite “la fatwa”
, certifica l’appartenenza degli alawiti allo sciismo conferendo ad
Assad la legittimazione necessaria per la sua nomina a Presidente .
Nel 1967 l’Imam fonda l’Alto Consiglio Islamico degli Sciiti
libanesi e ne diviene il Presidente.
Il governo si trova, così, costretto a riconoscere alcuni diritti alla
comunità degli sciiti che fino a quel punto era stata dimenticata.
Nel 1973 viene fondata la prima organizzazione politica il “Movimento dei Diseredati”; con lo scoppio della Guerra civile, Sadr con la prima
milizia sciita, il 6 luglio 1975 ottiene il battesimo del fuoco, con i
“Battaglioni della Resistenza Libanese” in seguito conosciuta con l’acronimo di
Amal, “Speranza”.
Il documento finale, noto come il “Manifesto dei Nove”
, viene scritto nel corso di una riunione dove partecipano tre membri del
gruppo Amal guidato da Hussein al Mussawi e tre membri di vari comitati
islamici (i gruppi principali della regione della Bekaa).
I gruppi che aderiranno,
formeranno la nuova organizzazione che prenderà il nome di “Hezbollah”, Partito
di Dio.
I tre pilastri di Hezbollah, secondo Naim Qassem,
vice-segretario generale del gruppo, sono:
➢
Il credo nell’Islam2 e nei suoi
insegnamenti come la base religiosa, ideologica.
➢
La Jihad contro l’occupazione
dell’esercito israeliano e contro il “Satana”.
➢
Il giurista- teologo, Valih al Faqih, 3
come una necessità per tutta la nazione islamica.
Lo scopo
di Sadr è quello di creare una coscienza
sciita perché la comunità possa avere un maggior peso politico interno e
conquistare per gli sciiti una posizione migliore all’interno del Paese.
Mentre l’intenzione di Khomeini lavora da tempo per organizzare una
Rivoluzione Islamica.
Nel 1958, in Irak viene creato il partito degli sciiti Hizb al-Da’wa,
dove alla formazione del partito partecipano tutti
gli ulema
.
Due sono le anime fondamentali di questo partito: una è
quella propriamente irakena che mira al rovesciamento del regime e
all’insediamento di uno Stato Islamico e l’altra è quella impegnata ad
estendere questa forma di Islam anche al di là dei confini irakeni.
Tanti membri della cellula irakena del
partito al-Da’wa appartenenti alla fazione radicale della quale fa parte
Khomeini, con la quale Sadr è in conflitto, si infiltrarono nel Movimento dei
Diseredati in Libano e nelle fila di Amal; molti di questi diverranno membri e
fondatori di Hezbollah, come Subhi al-Tufaili, primo segretario generale del
partito ed Abbas Mussawi.
La nascita di Hezbollah va collocata
all’interno del vuoto politico provocato dalla misteriosa scomparsa di Sadr il 31 agosto del 1978.
Nabih Berri, subentra alla guida di Amal, ma
non è in grado di assicurare una guida credibile. Mentre, la corrente di
Hussein Mussawi contesta la secolarizzazione del partito rimanendo fermo
sull’obbiettivo della Repubblica Islamica per trasferire in Libano il modello
khomeinista.
Al ritorno dal viaggio in Iran, Hussein
Mussawi, dopo essersi assicurato gli aiuti politici e finanziari della Teheran
khomeinista, necessari a organizzare il partito di Dio in Libano, provoca una
scissione all’interno di Amal e nascono le prime cellule del partito di Dio,
che ufficialmente ancora non ha una struttura organizzata, inoltre, parla
apertamente della volontà di creare uno Stato islamico in Libano.
Nasce Al-Amal Al-Islami (La Speranza
Islamica) con sede a Baalbek, nel territorio sotto occupazione siriana, con
1200 uomini.
Lo sceicco Harb, comincia a formare i primi
gruppi clandestini del Partito di Dio; Seyyed Muhammad Hussein Fadlallah, un
Mullah (esperto sulla teologia dell’Islam), diverrà ufficialmente la guida spirituale del
Partito di Dio, viene influenzato dai teologi che sostengono la formazione
dello Stato Islamico e l’azione clandestina in nome della causa.
Uno dei punti fondamentali del partito di
Hezbollah era il concetto che riguarda a
dottrina politica del “velayat-e faqih” ( terzo punto del Manifesto)di Khomeini
che prevedeva il governo e la guida dello Stato da parte degli ulema più saggi.
Il velayat al-faqih incarna il potere, mentre il Faqih è un leader e
praticamente un dittatore, dal potere assoluto, poiché rappresenta la
testimonianza di Dio fino al ritorno dell’Imam Mahdi ed a lui spettano le
scelte di guerra e pace.
Il vuoto creato dalla scomparsa di Sadr è riempito così nel 1979 dalla
vittoria della Rivoluzione Islamica in Iran e dal suo paladino, l’Imam
Khomeini.
Il capo supremo del Partito di Dio in Iran,
non è solo un capo politico, ma è il rappresentante della volontà di Allah
sulla terra e quindi non ha bisogno di trasmettere i suoi ordini tramite
la gerarchia del partito, si può rivolgere direttamente alla nazione e gli
obbediranno ciecamente tutti coloro che lo riconoscono come capo supremo, anche
al di fuori dei confini iraniani.
Uno dei suoi primi obiettivi è la
diffusione della rivoluzione islamica non solo in Iran, ma anche nei Paesi
musulmani dove le comunità sciite sono importanti, pretendendo l’universalismo
per il suo movimento.
Inizialmente il controllo che Khomeini
vuole avere sul Libano non piace ad Assad, decise di creare un alleato forte in
regione.
L’addestramento della milizia sciita e la creazione di un’organizzazione
armata alleata, è uno dei primi atti della strategia di Khomeini.
L’Ayatollah invia i suoi Guardiani della Rivoluzione nei campi Libanesi
sotto il comando di Subhi al Tufeili
e lo sceicco Ragheb Harb, per poter formare un nuovo movimento organizzato che
molto presto prende il nome di Hezbollah.
Il padrino del Partito di Dio nel 1982 è
Ali Akbar Mohtashemipour, l’ambasciatore iraniano a Damasco, che in seguito
diventerà ministro degli Interni.
Mohtashemipour si serve dell’immunità
diplomatica per agire e nel 1983 l’Ambasciata Iraniana a Damasco. Israele pensa
che la nascita di un nuovo gruppo sciita serva ad eliminare i combattenti
palestinesi in Libano, ma molto presto capisce il suo errore di valutazione.
La notte del 14 marzo 1978 l’esercito
israeliano attacca le basi dell’OLP, l’operazione “Litani” vuole creare una
fascia di sicurezza fino al fiume che scendendo dalla Valle di Bekaa scorre
parallelo alla frontiera.
Il 6 giugno 1982, il primo ministro
Israeliano Begin annuncia l’operazione militare “Pace in Galilea” come reazione
come risposta al tentativo di assassinio messo in atto da parte del
al-Fath contro l'ambasciatore nel Regno Unito Shlomo Argov e in risposta
ad attacchi d'artiglieria dell’ OLP.
Lo scopo dell’operazione militare è di
distruggere le armi e le basi dell’OLP; Begin annuncia che i militari israeliani
sarebbero entrati all’interno dei confini libanesi soltanto per 40 km,
sufficiente per distruggere i missili palestinesi che colpivano Israele.
Nel 1980 la debolezza dello Stato libanese
e la lunga guerra civile avevano cambiato i rapporti di forza tra le varie
milizie. Amal era cresciuto molto estendendo la sua influenza su tutta la
popolazione sciita diventando cosi la più forte milizia mussulmana.
Amal scontratosi già con l’OLP,
inizialmente non si oppose alla
resistenza dell’occupazione israeliana del 1982 proprio per indebolire
l’OLP e la sua resistenza attiva, contro i soldati israeliani, iniziata dopo il
1983 raggiunse l’apice con la conquista dell’area di Beirut ovest e
l’arruolamento di migliaia di soldati dell’Esercito che decidono di disertare
nel febbraio del 1984.
Nabih Berri diventa ministro nel governo di
Unità Nazionale del presidente Elias Sarkis nel 1984, cosa che la comunità
sciita vede come un’apertura verso Israele e Stati Uniti.
Approfittando di questa situazione e del ritiro
israeliano, Hezbollah eleva lo scontro con Amal che, dopo il 1985, si
intensifica e si estende a Beirut sud; il lavoro degli infiltrati all’interno
di Amal procede rafforzando Hezbollah che, nel 1986, conquista tutta Beirut
sud.
Fin dai primi anni di attivismo politico e religioso,
Hezbollah si definì in aperto contrasto con Amal, per via della natura
eccessivamente riformista e laica di questi ultimi, in conflitto con il modello
rivoluzionario iraniano, che riteneva il sistema politico libanese troppo
obsoleto e corrotto, impossibile quindi da riformare.
Lo scontro già feroce tra le due fazioni sciite s’inasprì
negli anni successivi della guerra, in seguito allo scoppio della Guerra dei
Campi, che favorì la clamorosa alleanza tra i palestinesi e Hezbollah.
L’amicizia di Hezbollah con l’OLP, stretta dal partito sciita
per evitare ripercussioni palestinesi, suscitò lo sdegno di Assad; Hezbollah
contrastò apertamente la Siria e Amal,
stringendo i rapporti con Arafat.
In quegli anni Hezbollah lottò con impegno per i diritti dei
palestinesi in Libano, aprendo alla possibilità, per i rifugiati, di entrare
direttamente nell’economia nazionale e acquisire nuovi diritti, senza tuttavia
fare mai alcun riferimento a una eventuale naturalizzazione degli stessi.
Mentre la guerra civile volgeva al termine, era dunque chiaro
che Hezbollah si era affermato come un movimento militare stabile e influente,
da non sottovalutare nelle delicate questioni politiche nazionali che si
sarebbero create dopo gli accordi di Ta’if.
Gli ultimi anni del conflitto per Hezbollah furono
nuovamente caratterizzati dagli scontri con Amal, soprattutto tra il 1988 e il
1989, le zone degli scontri furono soprattutto i sobborghi della capitale
Beirut e le regioni meridionali, ossia le aree in cui stanziava la maggioranza
della popolazione sciita libanese, il cui consenso era l’oggetto della disputa
tra Hezbollah e Amal.
La battaglia non si combatté solo militarmente, i due
movimenti intervennero soprattutto politicamente per conquistare i consensi
dello sciismo libanese.
Amal offriva alla popolazione un familiar patronage system, Hezbollah si adoperò nella creazione di
istituzioni efficienti, tra cui una serie di servizi pubblici, come le cliniche
o diverse imprese di costruzione. Il risultato finale vide il trionfo
schiacciante di Hezbollah a Beirut, mentre nelle periferie meridionali del
territorio si assisté a una vittoria meno netta, e Amal riuscì a mantenere un’importante autorità.
In seguito alla fine della guerra,
l’occupazione siriana in Libano impose una distensione nei
rapporti tra Hezbollah e Amal, che
raggiunseri un modus vivendi politico, nonostante anche negli anni ’90
non sarebbero mancati scontri di minore entità fra questi.
Fra il 1988 e il 1991 Hezbollah elimina
tutti i rivali nelle zone sciite: Amal, i partiti libanesi laici e di sinistra,
l’esercito libanese, i movimenti palestinesi e riesce inoltre a egemonizzare la
resistenza contro Israele. Lo scopo di Hezbollah non è quello di integrarsi
nello Stato libanese, ma di porsi come un attore alternativo direttamente
controllato dall’Iran.
Hezbollah o Ḥizb Allāh (Partito
di Dio), è un'organizzazione libanese, nata dopo l’invasione da parte di Israele del sud
del Libano nel giugno del 1982 a Baalbek, piccola località nella valle della
Bekaa.
Gli attacchi suicidi all’ambasciata e alle caserme
statunitensi a Beirut nell’ottobre del 1983 causarono la morte di 258 Americani
e rafforzarono l’immagine del gruppo come leader della ‘resistenza’ sciita.
Il primo segretario generale, in carica dal
1989 al 1991, fu Subhi al-Tufayli, figura che non lasciò una traccia politica
di rilievo, a quest’ultimo venne preferito Abbas Moussawi.
Il 16 febbraio 1985 rese noto il suo primo manifesto, chiamato
“Hizballah Program”, ideato
dall’Ayatollah Fadlallah che sancì ufficialmente la nascita dell’organizzazione
islamica, divenuta un Partito politico sciita del Libano.
L'emblema della bandiera di Hezbollah ( Fig.5) è
caratterizzato da un drappo giallo al cui centro campeggia parte di un versetto
del Corano,Sura V, versetto 56, che recita:
"E colui che
sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il
partito di Dio, Hezbollah, che avrà la vittoria.".
Nella sezione inferiore: “La Resistenza islamica in Libano”
.
Il logo centrale nella bandiera è una
rappresentazione tratteggiata in stile cufico delle parole “Hizb’allah”.
La lettera alif (
I ) , prima lettera del nome di
Dio, è graficamente resa come una mano che stringe un fucile d’assalto,
affiancata da una rappresentazione del globo terrestre, una spada, un
ramoscello con sette foglie, tutti elementi significativi i per il movimento
sciita.
* Il presente articolo è tratto dalla tesi di laurea per il Master in "Antiterrorismo Internazionale" attivato presso la Uninversità degli Studi N. Cusano Telematica Roma con il titolo Libano tra fondamentalismo e lotta di potere".
Ha
sede in Libano ed il suo segretario generale è Hassan Nasrallah, succeduto ad
Abbas Al-Musawi a causa della morte nel 1992.
Le organizzazioni controllate sono:
•
Bayt al-Mal, organizzazione che si occupa dei
servizi finanziari, degli investimenti e del banco di credito del Partito
•
Jihad Al Binna, fondazione immobiliare il cui scopo è quello di rimediare ai
danni causati dalla guerra civile
•
Organizzazione per il sostegno
alla resistenza islamica, fondo caritatevole utilizzato per
raccogliere fondi e pagare i servizi offerti dal Partito in Libano
•
Imam al-Mahdi Scouts, organizzazione giovanile
del Partito iscritta all'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout.
Affiliato a
Hezbollah è il canale televisivo Al-Manar, inaugurato nel 1991 e che dal 2000
trasmette su satellite. Il 40% della programmazione ha carattere politico, il
40% sociale, educativo, religioso o sportivo, il 20% d'intrattenimento
(telenovele).
Il direttore di Al-Manar Abdallah Kassir ha
rivendicato la "non neutralità" del canale, spiegando che: "Noi
abbiamo adottato i problemi della vita sociale libanese e del mondo arabo in
generale, primo fra tutti la causa palestinese che gode dell'appoggio della maggioranza
del popolo libanese; perciò è normale essere di parte in questo caso".
Hezbollah dal 1985 manifesta i suoi
tre obiettivi principali:
•
"la fine di ogni
potenza imperialista ( americane e francesi )in Libano";
•
"sottomettere e
sottoporre le Falangi Libanesi ad una giusta legge e portarli a
processo per i loro crimini";
•
dare al popolo la
possibilità di scegliere "con piena libertà il sistema di governo che
vogliono".
•
Distruggere Israele
I suoi fondatori si ispirarono
all’ideologia dell’ayatollah iraniano Khomeini e seppero unire diverse correnti del
panorama politico sciita in chiave anti-israeliana.
Una delle tattiche militari utilizzate da
Hezbollah, è rappresentata dagli attacchi suicidi. Il martire diventa il combattente
per eccellenza. Essere martire in battaglia o in attacchi suicidi dal punto di
vista sciita è una questione di purezza, di forte fede, e altrettanta
ideologia. Il paradiso, la vita dopo la morte come premio per la caduta nei
campi di battaglia, il valore del martire per la società e la nazione, per il
bene comune, il dovere sacro secondo l’esempio di Hussein nel difendere la
propria terra è ciò che viene insegnato ai giovanissimi. La scelta degli uomini
nell’arruolamento dei martiri per le missioni e gli attacchi è molto attenta
alla fascia d’età, il livello di formazione e convinzione.
Anche per le donne il martirio è molto importante. Non
è permesso loro prendere parte negli attentati, ma sicuramente avere un figlio,
o un marito martire è una questione di forza e di elevato senso del sacrificio.
Hezbollah adotta la tattica degli attacchi suicidi, il rapimento di ostaggi
occidentali, le auto-bomba e il dirottamento di aerei.
In breve tempo Hezbollah si stabilì come uno
dei principali attori della resistenza armata e fu l’unica milizia
paramilitare a non essere disarmata dopo la fine della guerra civile,
conclusasi nell’ottobre del 1990.
Con la ratifica da parte del Parlamento
libanese degli Accordi di Ta’if del 1989, venne ristabilito un equilibrio nei
rapporti di forza tra le maggiori confessioni presenti in Libano, facendo in
modo che i rappresentanti delle comunità musulmane fossero pari in numero ai
deputati cristiani. Hezbollah si presentò alle elezioni del 1992 aggiudicandosi
12 seggi su 128 in Parlamento. Nel 1996 vinse poi 9 seggi, che risalirono a 12
con le elezioni del 2000.